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Cronaca Piombino Dese

Terrorismo neofascista: 14 arresti Blitz Ros anche a Piombino Dese

L'operazione "Aquila Nera" della procura de L'Aquila coinvolge varie regioni. Perquisizioni a carico di altri 31 indagati. Al centro un gruppo clandestino che si rifà agli ideali del disciolto movimento "Ordine Nuovo"

C'è anche Padova tra le province di varie regioni italiane (Chieti, Pescara, L'Aquila, Teramo, Milano, Como, Varese, Lodi, Pavia, Roma, Rieti, Ferrara, La Spezia, Gorizia, Ascoli Piceno, Napoli, Sassari, Modena, Napoli, Udine e Torino) in cui, all'alba di lunedì, sono state eseguite 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari, emesse dal gip del tribunale de L'Aquila su richiesta della locale procura, con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico ed associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Uno degli arrestati è di Piombino Dese: Marco P., 30enne, nato a Mirano, nel Veneziano.

PROPAGANDA EVERSIVA SU FB. L'operazione dei carabinieri del Ros, denominata "Aquila Nera", è stata avviata nel 2013 nei confronti dell'associazione clandestina chiamata "Avanguardia Ordinovista" che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista "Ordine Nuovo" e ponendosi in continuità con l'eversione nera degli anni '70, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali per sovvertire l'ordine democratico dello Stato. Venivano utilizzati i social network, in particolare Facebook, quali strumenti di propaganda eversiva, incitamento all'odio razziale e proselitismo. Documentati anche i ripetuti tentativi degli indagati di reperire armi, tramite una rapina già pianificata o approvvigionamenti all'estero. Nel blitz sono state eseguite perquisizioni a carico di altri 31 indagati a piede libero, tra cui un altro veneto del Rodigino, per gli stessi reati contestati agli arrestati.

NEL MIRINO QUESTURE, PREFETTURE, EQUITALIA. In base a quanto emerso dall'inchiesta, gli indagati avevano elaborato un piano per "minare la stabilità sociale" del Paese, compiendo attentati e atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali come prefetture, questure e uffici di Equitalia, prevedendo in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito. Per mettere in pratica i loro obiettivi avevano avviato la ricerca di armi, recuperandone alcune sotterrate dopo l'ultima guerra mondiale e acquistandone altre in Slovenia tramite contatti locali o approvvigionandosi con una rapina, già pianificata, di armi detenute da un collezionista (progetto sfumato solo dopo il ritiro delle armi da parte dei carabinieri di Pescara a seguito di un'attivazione del Ros).

IL CAPO. Le indagini hanno documentato che il gruppo era guidato da Stefano Manni, che sarebbe stato il punto di riferimento per le attività di proselitismo, reperimento armi e ricerca di fondi per l'organizzazione. Nato ad Ascoli Piceno il 19 luglio 1966 e residente a Montesilvano, vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni '70 era uno dei maggiori esponenti di "Ordine Nuovo". Su Facebook Manni aveva realizzato un doppio livello di comunicazione: uno attraverso un profilo pubblico, dove lanciava messaggi per alimentare tensioni sociali e suscitare sentimenti di odio razziale, in particolare nei confronti delle persone di colore; un altro attraverso un profilo privato, limitato ad un circuito ristretto di sodali, dove discuteva le progettualità eversive del gruppo.

SCUOLE, CENTRI STUDI E GRUPPI. Inoltre l'organizzazione aveva progettato la costituzione della "Scuola Politica Triskele", legata alla creazione del "Centro Studi Progetto Olimpo", attraverso cui promuovere ed organizzare incontri politico-culturali in varie località italiane, nonché dei "campi hobbit" nei quali diffondere e sviluppare l'ideologia e le progettualità eversive del gruppo; intrattenuto contatti con altri gruppi attestati su posizioni di estrema destra con cui unirsi nel processo di destabilizzazione e lotta politica, quali i "Nazionalisti Friulani", il "Movimento Uomo Nuovo" e la "Confederatio" (la Confederazione delle Comunità di Popolo, un movimento di estrema destra nato nel 2011, ispirato al nazionalismo, caratterizzato da marcate connotazioni xenofobe. Un soggetto politico operativo in diverse regioni e che emerge intenzionato a compiere azioni di rivolta contro il governo o organismi considerati responsabili o corresponsabili dell'attuale difficile situazione economica, come Equitalia).

NUOVA COSTITUZIONE. L'indagine ha anche accertato che la struttura clandestina riproponeva i parametri tipici delle organizzazioni eversive di destra, caratterizzate da una struttura verticistica, dalla presenza di chiari riferimenti ideologici, dalla costante verifica della affidabilità dei soggetti operativi e dei simpatizzanti. Il ruolo di indirizzo ideologico era demandato all'ex ordinovista Rutilio Sermonti, estensore di una sorta di nuova Costituzione della Repubblica (un documento chiamato "Statuto della Repubblica dell'Italia Unita") basata su un ordine costituzionale della nazione di ispirazione marcatamente fascista. Il gruppo aveva anche organizzato un progetto, sfumato, per assassinare Marco Affatigato (esponente politico dal 1973 al 1976 di Ordine Nuovo, accusato di associazione sovversiva e attualmente latitante), ritenuto un "infame" poiché asseritamente legato ai servizi segreti.

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