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Cronaca

Trasporti: 90 giorni per presentare il progetto definitivo per la seconda linea del tram

L'amministrazione comunale ha a disposizione un mese e mezzo per risolvere il problema della scelta di mezzi e percorso. Incontri nei quartieri per rassicurare cittadini e commercianti

I tempi si fanno stringenti per il Comune di Padova: come riportano i quotidiani locali, il ministero delle Infrastrutture ha anticipato che entro 90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della concessione dei fondi, dovrà essere trasmesso a Roma il cronoprogramma dei lavori.

LE SCELTE OBBLIGATE.

"Significa che dovremo metterci al lavoro immediatamente con i tecnici" ha detto ieri il sindaco Sergio Giordani. La proposta definitiva sulla gestione dei 56 milioni assegnati per la seconda linea del tram deve essere presentata entro poco più di un mese. E  le scelte più impellenti riguardano il percorso - far passare o meno la linea in via Facciolati - e il tipo di mezzo da impiegare - Translohr 2.0, tram tradizione, filobus elettrico - con un confronto serrato tra le diverse visioni e proposte.

I MEZZI.

Per quanto riguarda i mezzi, l'assessore alla Mobilità Arturo Lorenzoni predilige la soluzione dell'elettrico e quella adottata a Linz, in Austria. In proposito si è espresso ieri Giordani: "Mi piace l'idea del tram di Linz, perchè non devasterebbe la città, ma in Italia vige la limitazione a 18 metri di lunghezza massima, quello austriaco è molto più lungo (fino a 40 metri) e dunque dovremmo sapere se il ministero accetta modifiche al tipo di mezzo, o almeno se sarà disposto a modificare la norma della lunghezza limite". Il favorito per il momento sembra invece essere il Translohr con il percorso del Sir3, che tocca il parco Iris, già inserito nel progetto presentato nel 2014 per ottenere il finanziamento. Il problema riguarda anche la capacità dei mezzi, che farebbe propendere per veicoli che siano un'evoluzione di quelli attuali. Ribadisce il sindaco: "Sono pienamente d'accordo con il presidente di BusItalia Ragona, che ha posto l'accento sulla capacità di un mezzo: i bus che portano al massimo 100 persone sono troppo piccoli. Ci servono mezzi con maggiore capacità, dobbiamo stare almeno sulle 1.500 persone all'ora". Altro dettaglio considerevole è poi rappresentato dai costi, poichè cambiare mezzo farebbe lievitare la spesa. In questo caso ai 56 milioni di Roma il Comune si è impegnato ad aggiungere un 10 per cento (5,6 milioni) per la conclusione dell'opera, che non sarebbe sufficiente.

IL PERCORSO E I DUBBI DEI CITTADINI.

Il nodo forse più problematico è infine il percorso, che ha messo sul piede di guerra commercianti e residenti, preoccupati sia per le vendite che per le modifiche alla viabilità e al traffico. In proposito il sindaco ha affermato che "dalla prossima settimana ci saranno incontri con i padovani di tutti i quartieri interessati". "Da commerciante mi rendo conto che un cantiere davanti al proprio negozio può portare dei disagi - spiega Giordani - Ma da sindaco devo pensare all'interesse comune e non di una sola categoria. Di fronte ai dati così allarmanti sull'inquinamento non vedo altra soluzione che investire sul trasporto pubblico. In più si porterà lavoro alle imprese del territorio".

IL PERICOLO DELLA REVOCA.

La fretta imposta dal ministero, disposto a finanziare solo progetti attivabili in tempi brevi, mette sotto pressione l'amministrazione, che rischia di vedersi revocare i fondi. "Non ho nessuna intenzione di perdere i soldi, - chiarisce Giordani - vuol dire che faremo in fretta le scelte. È una delega di Arturo Lorenzoni, ne è responsabile e ho piena fiducia in lui". Il vicesindaco ha spiegato di voler differenziare la scelta: da una parte quella sul tipo di tecnologia da utilizzare, da attuare confrontando i pro e i contro di ogni opzione possibile; dall'altra la decisione sul percorso, da prendere con modalità partecipate e incontri nei quartieri.

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