rotate-mobile
Cronaca

A Padova il trapianto “a caldo”: il cuore conservato continua a battere

L'azienda ospedaliera della città utilizza come centro pilota italiano questo nuovo sistema di conservazione degli organi, che potrebbe portare a un incremento tra il 20% e il 30% dei trapianti, con riduzione dei tempi di attesa e della mortalità

La tecnica consolidata fino ad oggi per la conservazione degli organi da trapiantare prevede la tradizionale ischemia a freddo, il tempo di trasporto e trapianto non deve superare le 8 ore per i polmoni e le 5 per il cuore, tempo massimo oltre il quale gli organi cominciano a deteriorarsi.

PADOVA CENTRO PILOTA IN ITALIA. All'Azienda ospedaliera di Padova è invece in corso di sperimentazione per i trapianti di polmone e di cuore un nuovo sistema di perfusione a caldo portatile per la conservazione degli organi (Organ Care System – Transmedics OCS). Si tratta di apparecchiature portatili che l’Azienda padovana utilizza come centro pilota italiano, nello studio internazionale per ottenere risultati definitivi nella pratica clinica. È l’unica in Italia a utilizzarle per il polmone, mentre per il cuore si affianca a Udine. La chirurgia toracica, diretta dal professor Federico Rea, e la cardiochirurgia, diretta dal professor Gino Gerosa, hanno realizzato già 5 trapianti (4 di polmone e 1 di cuore), avvalendosi del nuovo dispositivo medico che rivoluziona il sistema di conservazione degli organi del donatore e permette di superare alcuni gravi limiti tecnici e temporali della trapiantistica.

COME FUNZIONA IL NUOVO METODO. Ora, dopo il prelievo dal corpo del donatore, gli organi anziché essere “fermati” e mantenuti al freddo durante il trasporto, vengono mantenuti all’interno del dispositivo al caldo, in una situazione che simula le condizioni del corpo umano, nuovamente perfusi del sangue prelevato dal donatore, ossigenato e ricco di nutrienti. Le condizioni in cui gli organi sono mantenuti con il sistema OCS, simulando ciò che accade normalmente nel corpo, permettono non solo una conservazione molto più lunga, ma anche un certo grado di ricondizionamento degli organi in sofferenza, marginali o non idonei, poiché l’apparecchiatura mantiene un continuo monitoraggio e aggiustamento dei parametri: il cuore per esempio continua a battere.
 
I VANTAGGI. L’utilizzo di questa metodica porta vantaggi considerevoli e significativi miglioramenti clinici, primo fra tutti l’aumento del numero di trapianti possibili, grazie all’opportunità di effettuare prelievi anche in sedi distanti, di affrontare tempi di trasporto più lunghi, di far ricorso anche a organi marginali grazie al ricondizionamento, con la speranza di poter utilizzare organi giudicati non idonei secondo i criteri tradizionali. Si stima che l’impiego del dispositivo a regime porti a un incremento dell’attività trapiantologica tra il 20% e il 30%. Il che significa riduzione dei tempi di attesa e della mortalità in lista. Ma altrettanto importanti sono la possibilità di valutare completamente e continuamente la funzionalità e la salute degli organi espiantati, di ritardare l’impianto per poter scegliere il ricevente più idoneo, di diminuire lo sviluppo di complicanze perioperatorie.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A Padova il trapianto “a caldo”: il cuore conservato continua a battere

PadovaOggi è in caricamento