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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Conselve

Truffatori spavaldi: provano a incassare la fotografia dell'assegno ricevuta su Whatsapp

Si sono fatti spedire l'immagine dell'originale, l'hanno stampata e si sono presentati in banca. Rimandati indietro, le indagini hanno portato a galla il raggiro ai danni di un padovano

Hanno osato tanto, troppo. Fino a vedersi recapitare una denuncia per aver cercato di truffare un padovano presentando alla banca un falso assegno.

La caparra

Protagonisti della vicenda sono due uomini di 45 e 47 anni, uno di Milano e l'altro di Roma ma residente nel capoluogo meneghino. Qualche settimana fa hanno pubblicato online un annuncio per la vendita di un camper, che ha attirato l'attenzione di un 45enne padovano. L'uomo si è fatto avanti e, in accordo con i venditori, ha versato una prima quota di 500 euro su una carta Postepay a titolo di caparra. Per arrivare al totale del pagamento, stabilito in 16mila euro, i due truffatori gli hanno dato precise indicazioni, tanto che il compratore si è fidato senza problemi.

La truffa della foto

La trattativa sembrava a suo vantaggio: i venditori lo hanno invitato a compilare un assegno circolare e a inviare loro una fotografia via Whatsapp come prova. Una volta visto che l'assegno era stato compilato, gli avrebbero portato il camper e si sarebbero fatti consegnare l'originale. Nessun problema all'apparenza, purtroppo però l'idea dei due truffatori era ben altra.

Smascherati

Appena ricevuta sul telefonino la foto, hanno provato a stamparla per farlo sembrare un vero assegno. Poi si sono presentati in una banca di Milano chiedendo di incassarlo. Un tentativo piuttosto goffo, che ha immediatamente insospettito il cassiere che ha rifiutato di effettuare l'operazione. Allertate le forze dell'ordine, i carabinieri della compagnia di Abano Terme e i colleghi di Conselve sono risaliti all'identità del padovano, scoprendo che l'originale dell'assegno era al sicuro in casa sua. A quel punto sono stati rintracciati i due malviventi, identificati e denunciati per truffa. Ora si proverà a recuperare anche i 500 euro della caparra, anche se non è per nulla scontato riuscirvi.

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