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Cronaca

Spariti con i soldi per le auto di lusso: truffa da un milione, indagati anche dei padovani

Bolidi a prezzi stracciati, un'attività durata solo tre mesi, decine di clienti truffati e un milione di euro svaniti. Sono i numeri dell'inchiesta che nel chioggiotto ha portato a nove indagati per truffa e sei persone raggiunte dall'obbligo di dimora

L'indagine è partita da Chioggia ma ha lambito anche Padova, Vicenza, Treviso arrivando fino alla Sicilia e alla Calabria. A condurla i carabinieri della cittadina lagunare e la guardia di finanza con una maxi indagine sulle truffe messe in atto dal concessionario Ok Auto, inaugurato e chiuso nel giro di tre mesi tra luglio e settembre scorsi a Chioggia. Quindici gli indagati: sei arrestati sono stati colpiti dall'obbligo di dimora, tra cui un 41enne di Este, nove sono accusati di truffa.

I raggiri

Nella sua breve vita il concessionario proponeva automobili di grossa cilindrata (Maserati, Audi, Bmw, Mercedes) a prezzi concorrenziali che hanno attirato in trappola almeno 44 persone. Tanti hanno versato acconti da 5mila a 20mila euro per l'acquisto, salvo non vedersi mai consegnare i veicoli. Le auto infatti provenivano dall'estero e non erano immatricolate in Italia, dove non sono mai arrivate. Per tenere a bada le insistenze dei clienti insospettiti i truffatori millantavano scuse di ogni genere per prendere tempo, esponendo nella sede della ditta alcuni bolidi risultati noleggiati. Nel giro di tre mesi hanno incassato una cifra stimata in un milione di euro, chiudendo improvvisamente i battenti e sparendo con il denaro.

Gli indagati

A far scattare le indagini sono state le denunce sporte da sei clienti truffati ai carabinieri di Chioggia, che hanno individuato come cupola dell'organizzazione criminale Antonino Infantino, 35enne di Caltanissetta, Antonio Ferrari, 45enne di Cavarzere e Giuseppe Tamburini, 51enne di Cismon del Grappa. Con loro altre dodici persone sarebbero invischiate, a vario titolo, nei raggiri. Chi come promotore e procacciatore di clienti, chi come mediatore, chi come sedicente addetto vendite che faceva provare le auto (a noleggio) alle prede per convincerle. Tra loro anche un 45enne bassanese, titolare di una società che aveva il compito di trasferire e far sparire le somme incassate. Il denaro depositato sui conti correnti intestati alla società Ok Auto e all'amministratore è stato trasferito su conti croati, tedeschi e inglesi intestati a prestanome.

Le perquisizioni

Martedì mattina la svolta, con sedici perquisizioni tra le province di Venezia, Padova, Vicenza, Treviso, Reggio Calabria e Caltanissetta e sequestri per 600mila euro.

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