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Cronaca

Scuola a rischio, la Regione: "Ok ai nuovi collaboratori, ma mancano dirigenti e segretari"

Il Ministero per l’Istruzione ha autorizzato l’assunzione di 262 collaboratori scolastici e assistenti tecnici in più per il prossimo anno scolastico in Veneto ma in Regione denunciano: "Non è sufficiente"

Il Ministero per l’Istruzione l’Università e la ricerca ha autorizzato l’assunzione di 262 collaboratori scolastici e assistenti tecnici in più per il prossimo anno scolastico in Veneto. “Una prima e ancora molto parziale risposta alle richieste avanzate dalla Regione Veneto e dall’Ufficio scolastico regionale - commenta il presidente del Veneto - che solo in parte risponde alle esigenze di funzionamento dei plessi scolastici nella nostra regione”.

Le tabelle di ripartizione del personale Ata tra le regioni assegnano al Veneto, per il prossimo anno scolastico, 15.639 posti, 262 in più rispetto dell’organico teorico (‘di diritto’) per la categoria degli assistenti scolastici. Ma nel precedente anno scolastico 2016-17 l’organico Ata effettivo in Veneto computava 15.656 posti, 181 in meno rispetto all’organico ‘di fatto’ assegnato per l’anno 2015-16. Tanto che l’Ufficio scolastico regionale, emanazione dello stesso ministero, aveva dovuto prevedere 207 posti in deroga, portando così il numero dei cosiddetti ‘bidelli’ e collaboratori scolastici a 15.863, considerato il ‘minimo sindacale’ per garantire apertura e funzionamento di tutte le scuole venete.

“Ancora una volta i dirigenti ministeriali – sottolinea l’assessore – dimostrano scarsa attenzione alla realtà territoriale della nostra regione. Non possiamo, quindi, che prendere le distanza da chi sottolinea con enfasi il nuovo corso nelle politiche di assegnazione del personale scolastico imboccato dal governo Gentiloni. Anzi, la Regione Veneto obbietta che, ancora una volta, sono stati traditi i fabbisogni storici della scuola veneta: ci mancano presidi, insegnanti di sostegno, collaboratori scolastici, personale di segreteria, tecnici amministrativi”.

“Manca ancora qualche settimana all’apertura dell’anno scolastico – conclude il presidente – e confido che ci sia ancora qualche possibilità affinchè le richieste del Veneto trovino congrua attenzione. Ci rivediamo, quindi, a settembre, come si dice a scuola”.

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