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Economia

Zona arancione, Boschetto (Confartigianato): «Serve un piano straordinario per le piccole imprese»

«Le 25mila aziende artigiane della provincia di Padova faranno altri sacrifici, ma ci aspettiamo che siano sostenute con un intervento straordinario di rilancio che tenga conto che le dimensioni della piccola impresa rappresentano un valore aggiunto»

«Il calcolo dei ristori su base annuale e non più trimestrale, annunciato nei giorni scorsi dal Governo, è una buona notizia, accoglie sostanzialmente le richieste di Confartigianato. Ma per le piccole imprese serve un piano. Ci aspettiamo molto dall’esecutivo. Le 25mila imprese artigiane della provincia di Padova vogliono sapere che la politica ascolterà le loro esigenze»: è fermo l’appello che il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Roberto Boschetto lancia alle istituzioni, in un momento di inasprimento delle misure anti Covid, ma anche nella fase di progettazione del Recovery Found.

Confartigianato Padova

Aggiunge Boschetto: «Le imprese artigiane, in questi mesi, hanno fatto la loro parte. Hanno affrontato con coraggio la situazione, hanno anticipato le casse integrazioni, hanno anche dovuto sacrificare molto alla sicurezza e alla salute della comunità. Basta guardare i numeri. Il 30% dei nostri associati stanno vivendo un momento difficile, con gravi rischi operativi e problemi di liquidità: parlo soprattutto di imprese che operano nella filiera del turismo e degli eventi. 3,4 milioni di turisti in meno, il calo del 66% di presenze registrato alle terme sono solo alcuni dei dati che ci devono far riflettere. Si tratta per lo più di aziende che possono attribuire le loro difficoltà esclusivamente alla pandemia e che sono ancora il motore di questa zona d’Italia, nonostante il Covid si sia abbattuto sulla loro capacità imprenditoriale. Forse il Governo deve considerare la necessità di una strategia mirata a sostenere la piccola impresa, per evitare così il sacrificio di anni di lavoro di tanti colleghi».

Draghi

Il riferimento è alle parole del presidente del Consiglio rispetto all’opportunità di non salvare a tutti i costi le aziende e lasciare invece al loro destino quelle ormai compromesse, pur limitando l’impatto sociale di questa scelta: «Non vorrei che il tema della dimensione di impresa diventasse centrale oppure l’unico tema, perché la capacità di produrre ricchezza non può essere misurata esclusivamente sulla struttura più o meno ampia delle nostre imprese. Si possono avere progetti imprenditoriali straordinariamente interessanti e sostenibili soprattutto nelle imprese piccole e flessibili per definizione. La nostra associazione lo sa bene e in questi mesi è stata in prima linea per offrire nuove chiavi di lettura ai 25mila imprenditori che operano nella nostra provincia vogliamo che abbiano, con il nostro aiuto, gli strumenti necessari per affrontare la nuova normalità. Li stiamo affiancando nell’obiettivo di investire sui processi di digitalizzazione, di riorganizzazione, di sostenibilità, li stiamo aiutando sul tema della solvibilità. I risultati non si sono fatti attendere: abbiamo registrato nei primi due mesi dell’anno un deciso incremento delle tessere. Un caso? Non credo proprio. Significa che, se aiutati, i nostri imprenditori possono recuperare la loro fiducia nel futuro. Ora aspettiamo che la politica faccia lo stesso. Vogliamo che sia al fianco delle associazioni di categoria. Che rimanga vicina alle piccole e medie imprese che rappresentano ancora oltre il 90% del tessuto imprenditoriale, non solo di questa area, ma dell’intero Paese».

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