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Economia

Ascom: dal 1° gennaio nuove norme europee in materia bancaria rischiano di mandare in default imprese sanissime

Bertin (Confcommercio Padova): «All'Europa chiediamo di non tarpare le ali alla speranza». Sul piatto l'importante esperienza dei confidi vigilanti

«A meno che - commenta il presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin - l'appello alle istituzioni europee di Confcommercio, Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI, Confcooperative, Legacoop), Casartigiani, CIA, CLAAI, CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confedilizia, Confesercenti, Confetra, ConfimiIndustria e Confindustria volto a chiedere un intervento urgente su alcune norme in materia bancaria non sortisca l'effetto sperato. Ovvero: evitare che ciò che è stato pensato in un contesto completamente diverso da quello attuale e caratterizzato da un eccesso di automatismi, rischi di compromettere irrimediabilmente le prospettive di recupero dell’economia italiana ed europea». Le norme a cui fa riferimento Bertin sono quelle relative all’identificazione dei debitori come deteriorati (la cosiddetta “definizione di default”).

Le norme

«Senza entrare in tecnicismi eccessivi - continua il presidente - va detto che il combinato disposto di una norma restrittiva, come quella che limita a 90 giorni il periodo di ritardo di pagamento ammesso, con l’applicazione, da gennaio 2021, di nuove e più restrittive soglie per gli importi scaduti, nonché i nuovi criteri per il trattamento dei crediti ristrutturati, rischiano di determinare la classificazione a default di un numero ingentissimo di imprese, comunque sane. Queste imprese perderebbero l’accesso al credito, con quello che ne consegue in termini di prospettive di ripresa». Dunque, non ha significato insistere con schemi del passato ed anzi bisogna avere una capacità di visione che consenta di concentrare gli sforzi di tutti verso il comune obiettivo della ripresa. Non vi è dubbio, infatti, che il credito abbia assunto e assuma un ruolo cruciale, nelle fasi più acute della crisi, per assicurare la necessaria liquidità alle imprese, private delle loro entrate o comunque investite da shock imponenti tanto dal lato della domanda quanto da quello dell’approvvigionamento dei fattori produttivi. Altrettanto essenziale, se non di più, sarà il supporto del credito nella fase successiva, per sostenere le imprese nel percorso di ripristino delle condizioni di economicità dei loro business, in condizioni di incertezza che rischiano di protrarsi per un lungo periodo.

Preoccupazione palpabile

La preoccupazione è palpabile: «Soprattutto adesso - continua Bertin - che dal sistema bancario locale ci attendiamo il massimo sostegno per rimettere in sesto un'economia falcidiata dalla pandemia, occorre evitare che situazioni di temporanea difficoltà delle imprese si trasformino in crisi irreversibili per effetto di automatismi che porterebbero ad una restrizione dell’offerta di credito indispensabile nel contesto attuale». Per cui servono modifiche: «In questo senso - continua il presidente dell'Ascom Confcommercio - rischia di essere vanificata l'esperienza dei confidi vigilati come il nostro Fidi Impresa e Turismo Veneto, strutture che in questi anni hanno supportato il sistema forti da un lato del riconoscimento della Banca d'Italia e dall'altro del sostegno che in essi hanno trovato migliaia di imprenditori".
Ebbene, questo sistema che in tutti questi anni ha contribuito a rinsaldare l'economia, potrebbe svanire se alla classificazione di un credito come deteriorato, dovesse conseguire in tempi troppo stretti e predeterminati l’imposizione di coperture a carico delle banche fino all’annullamento del valore del credito. Chiaro che un approccio di questo tipo - osserva Bertin - indurrebbe le banche a restringere i criteri di concessione del credito proprio adesso che gli istituti bancari, soprattutto quelli più vicini alla nostra realtà, saranno chiamati ad accompagnare il cliente in un percorso di ristrutturazione e si dovrà dare sostegno a quanti vorranno fare impresa».

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