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Il Trentino dice "No" ai centri commerciali, Ascom: "Il Veneto prenda esempio"

Patrizio Bertin: "Dovremmo imparare da chi sa fare meglio di noi e valutare con attenzione le motivazioni che stanno alla base della decisione della provincia autonoma trentina”.

“Il Trentino, una delle realtà territoriali più sensibili ai problemi dell’ambiente, perché l’ambiente è alla base del suo sviluppo economico, legato all’agricoltura di qualità e, soprattutto, al turismo sostenibile, ha detto stop alle nuove superfici di vendita sopra i 10.000 metri quadrati. Dovremmo imparare da chi sa fare meglio di noi e dovremmo soprattutto valutare con attenzione le motivazioni che stanno alla base della decisione della provincia autonoma trentina”.

COPIARE DAL TRENTINO.

Il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, da un lato plaude alla decisione della giunta del Trentino che ha decretato, in buona sostanza, uno stop all'insediamento di nuovi centri commerciali di grandi dimensioni nel territorio di quella provincia, in particolare di grandi piattaforme monofunzionali, ma dall’altro si augura che un’analoga decisione venga presa anche dalla giunta regionale del Veneto che ha competenze esclusive sul commercio. “Da Trento – continua Bertin – giungono notizie che sono musica per le nostre orecchie. La decisione della giunta provinciale è stata presa col sostegno pieno delle categorie interessate e si propone di rinnovare il metodo di programmazione degli insediamenti commerciali sul territorio, all'insegna della qualità e alla valorizzazione delle specificità locali. Tra le motivazioni che hanno spinto la Giunta trentina ad adottare la decisione vi è poi quella, anche per noi fondamentale, di mantenere e rafforzare la presenza degli esercizi commerciali insediati nelle piccole località ponendo la massima attenzione alla salvaguardia del territorio”.

TRAFFICO E CEMENTIFICAZIONE.

Anche a Trento, così come nel Veneto, si va verso la saturazione degli spazi. “I trentini – continua Bertin – si sono giustamente preoccupati perché valutano nel 13% massimo il territorio ancora disponibile per gli insediamenti e l'agricoltura. Ma mentre il loro 87% è coperto da boschi e pascoli noi abbiamo una cementificazione che necessiterebbe di scelte altrettanto drastiche che rimangono confinate nel libro dei sogni”. Contenimento del traffico stradale e conseguente lotta all’inquinamento atmosferico e acustico sono fra gli altri obiettivi del provvedimento trentino, “elementi – ricorda Bertin - che riscontriamo anche nei centri commerciali già insediati nel nostro territorio e che, ad esempio per quanto riguarda Due Carrare, prospettano un’esplosione del traffico valutato in 12 mila veicoli al giorno che la società Deda vorrebbe ascrivere al successo della sua idea ben spalleggiata dal sindaco Davide Moro che, nonostante un’opposizione tanto larga quanto motivata, continua a sostenere un progetto che in molti abbiamo definito scellerato”.

L'OCCUPAZIONE.

“Purtroppo – aggiunge il presidente dell’Ascom –non mancano le voci critiche all’iniziativa del Trentino. Voci critiche che continuano a sostenere che i centri commerciali sarebbero un toccasana per l’occupazione. Un’affermazione smentita a più riprese da indagini rigorose che anzi sottolineano come un posto in un nuovo centro commerciale ne fa perdere da quattro a sei nei negozi di vicinato”.

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