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Economia

La denuncia di Ascom: "Liquidazioni periodiche Iva, le sanzioni salgono al 10%"

Bertin: "Chi non ha provveduto a sistemare l’anomalia ha ricevuto con gli stessi canali una comunicazione che è da considerarsi a tutti gli effetti “avviso bonario” con cui l’Agenzia richiede il versamento di quanto non pagato maggiorando gli importi degli interessi e della sanzione del 10%"

“Se questa è la “compliance” che dovrebbe essere alla base del nuovo rapporto tra fisco e contribuente fatto non di azioni punitive, ma di comunicazioni costruite con la logica che si possa sbagliare in buona fede, va a finire che ci costringeranno a preferire i gabellieri medioevali!”.

GLI AVVISI


Non va tanto per il sottile il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, di fronte alla nuova, ennesima, "dimostrazione di totale sfiducia dello Stato nei confronti del contribuente" e, al tempo stesso, di necessità assoluta di reperire denari per le disastrate casse pubbliche. La novità è connessa all’adempimento dell’invio delle liquidazioni periodiche che hanno fatto la loro comparsa da quest’anno con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale ma, evidentemente, senza distinguere tra chi evade e chi non riesce a pagare. “Nel mese di luglio – confermano i tecnici del settore tributario dell’Ascom che hanno risposto alle richieste degli associati - a molti contribuenti è stata recapitata via pec e depositata nel proprio cassetto fiscale una lettera di compliance che evidenziava anomalie riscontrate a seguito del controllo delle liquidazioni del primo trimestre. La scorsa settimana, quindi con una tempestività inusuale, chi non ha provveduto a sistemare l’anomalia ha ricevuto con gli stessi canali una comunicazione che è da considerarsi a tutti gli effetti “avviso bonario” con cui l’Agenzia richiede il versamento di quanto non pagato maggiorando gli importi degli interessi e della sanzione del 10%”.

LA NORMA


Risultato: la “lettera di compliance” toglie la possibilità del cosiddetto “ravvedimento”, per cui il contribuente che, si badi bene, ha dichiarato il proprio debito verso lo Stato (quindi non è un evasore) ma non è stato in grado di assolvere all’obbligo (perché magari non lo hanno pagato i clienti tra i quali potrebbero benissimo esserci anche le pubbliche amministrazioni), non ha più scampo e viene anzi penalizzato alla stessa stregua di chi le dichiarazioni proprio non le fa. “Se per ipotesi – spiegano i tecnici dell’Ascom - non si è versata IVA per 1.000 euro, ci si troverà a dover pagare la sanzione di 100 euro pari al 10% dell’IVA non versata quando invece, in precedenza, si poteva sistemare la cosa entro il termine della dichiarazione annuale pagando la sanzione ridotta del 3,75%. La giustificazione è che l’Agenzia si avvale di una norma (l’art. 54-bis del DPR 633/1972), che prevede che l’Ufficio possa anticipare il controllo sulla tempestiva effettuazione dei versamenti IVA già prima della presentazione della dichiarazione annuale, solo “se vi è pericolo per la riscossione” e, nella stragrande maggioranza dei casi, tale pericolo non esiste”. Amaro, a questo punto, il commento del presidente Bertin. “Nei mesi scorsi abbiamo incontrato in Confcommercio sia il ministro Padoan che il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini che ha anche avuto un “incontro ravvicinato” col nostro vicepresidente Pasqualetti. Ebbene, anche in quell’occasione si promise che le parole d’ordine sarebbero state sempre di più “maggiore collaborazione tra fisco e contribuente”. Con onestà culturale avrebbero dovuto aggiungere “solo per i grandi” visto che si sorvola su Airbnb che non rispetta le scadenze “perché non ci riesce” e su Amazon che le tasse nemmeno le paga e non sembra intenzionata a pagarle nonostante faccia affari a 9 zeri”.

LIMITI DI TEMPO


Evidentemente le casse piangono e 100 euro su mille (ma moltiplicati per milioni di piccoli contribuenti fanno belle cifre) sono certi, milioni di euro su miliardi alle Entrate non li vedranno mai. “Probabilmente – conclude il presidente dell’Ascom - attendendo qualche mese, parecchi contribuenti avrebbero provveduto a sanare il mancato pagamento. Adesso sappiamo che per farlo ci sono solo tre mesi di tempo. Superato questo limite, alla faccia della “compliance” di Padoan e Ruffini, sono mazzate sulla testa non di evasori ma di gente in difficoltà”.

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