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Economia

Imu 2013 su fabbricati e alberghi: l'aumento minaccia la produttività

Immobili di categoria D colpiti dall'aumento dell'Imu di 8,3 punti percentuali. Confindustria Padova, a seguito di una simulazione fiscale, si è dichiarata preoccupata per l'impatto della tassa sul sistema produttivo delle imprese

Il decreto "Salva Italia" di fine 2011 e le nuove regole delle legge di stabilità continuano a far sentire i loro effetti sulle imprese Padovane. Per Confindustria Padova si profilano scenari preoccupanti.

LA SITUAZIONE VENETA. Per l'Imu di alberghi e fabbricati produttivi è previsto un rincaro minimo dell'8,3%, con un gettito fiscale di 523 milioni di euro e un esborso aumentato di 40 milioni rispetto al 2012. Significativo, a tal proposito, il dato padovano: 71,5 milioni, 5,5 più del 2012. "Una situazione allarmante" dichiara Confindustria Padova e che vede nel moltiplicatore della rendita catastale passato da 60 a 65 il principale responsabile. L'Ufficio Studi di Confindustria Padova profila però anche uno scenario alternativo ma non meno preoccupante: escludendo il mero aumento lineare dell'8,3%, i rincari di aliquota da parte dei Comuni fino al massimo di legge (10,6 per mille) potrebbero far lievitare il gettito a 652 milioni, con un maggiore esborso di 170 milioni (+35,1% rispetto al 2012). 

IL GETTITO PADOVANO. Solo a Padova il gettito stimato è di 93,5 milioni di euro, ovvero 27,5 milioni più del 2012 (+41,8%, ma +130,8% rispetto all'Ici). Questo il panorama delineato da Confindustria Padova che, utilizzando i dati dell'Agenzia del Territorio, ha stimato l'impatto dell'Imu 2013 sul sistema produttivo regionale mediante una simulazione che ha riguardato tutti gli immobili di categoria D colpiti dal rincaro: opifici, fabbricati industriali, alberghi, teatri, case di cura e centri sportivi.

IMU PADOVA: L'AUMENTO PRECEDENTE 

IL COCKTAIL AI "VELENI FISCALI". "È un mix fiscale che avvelena le imprese - ha avvertito il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin - in cui i rincari Imu aggraveranno ulteriormente il carico in un momento di recessione. Invito i sindaci dei 581 Comuni veneti a non aumentare l'aliquota base sui fabbricati strumentali all'attività produttiva, per evitare il collasso delle imprese. Il rischio è quello di perdere parte delle nostre industrie definitivamente. Le risorse dei Comuni vanno trovate altrove, a cominciare dall'allentamento del Patto di stabilità interno, a cui il Consiglio dei Ministri ha dato una prima parziale risposta per sbloccare il pagamento dei debiti della Pa verso i fornitori".

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