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Economia

Coldiretti monitora i frutteti: al via lo studio delle cimici con le trappole a feromoni

I congegno sono stati installati in diverse aziende agricole della Bassa Padovana per monitorare la presenza e l'evoluzione della cimice asiatica e sviluppare strategie di contrasto

Conoscere per combattere. É l'idea alla base della strategia messa a punto da Coldiretti in collaborazione con gli agricoltori della Bassa Padovana per limitare la presenza e i pesantissimi danni causati alle colture dalla cimice asiatica. Ha preso il via un attento monitoraggio con trappole a feromoni per attuare in modo più preciso la sperimentazione della vespa samurai prevista tra maggio e giugno.

Il monitoraggio

Dopo un danno stimato in oltre 40 milioni di euro per le colture padovane nel 2019, Coldiretti è in prima linea nella lotta alla cimice asiatica, già in piena attività nei frutteti. Lì, grazie alla collaborazione di aziende agricole di Castelbaldo, Piacenza d’Adige, Masi, Borgo Veneto, Merlara e non solo, è partito il monitoraggio che vede installate sulle piante da frutto delle trappole a feromoni. Congegni che attirano gli insetti permettendo di capirne la distribuzione, gli spostamenti e l'evoluzione, soprattutto il momento esatto della deposizione delle uova. Un bagaglio di informazioni fondamentali, che aiuteranno in particolare a utilizzare nel modo più efficace la vespa samurai. Questo insetto è un nemico temibile per la cimice e di recente ne è stata approvata l'introduzione per contrastarla con le prime liberazioni tra maggio e giugno.

Zona bersagliata

«Il monitoraggio - spiega il presidente Massimo Bressan - è fondamentale per studiare il comportamento della cimice asiatica, una vera emergenza per il nostro sistema produttivo. Il via libera alla vespa samurai apre nuove prospettive ma dobbiamo proseguire nella sperimentazione. Inoltre stiamo conducendo anche altre prove con soluzioni a basso impatto ambientale, impiegate anche nella lotta alla xylella». Nella Bassa Padovana, la zona della provincia con il maggior numero di frutteti e dunque la più colpita, i prodotti più a rischio sono le mele di cui ogni anno si producono circa 18mila tonnellate per 7,5 milioni di fatturato. Ma a rischio sono anche le coltivazioni di pere, pesche, nettarine e kiwi.

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