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Economia

I commercialisti padovani dicono no al Pos

"Lo strumento non serve per combattere la lotta all'evasione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Coro di no anche dai commercialisti padovani ai pagamenti tramite Pos (point of sale), il dispositivo elettronico che consente di ricevere pagamenti tramite bancomat e carte di credito.

In attesa del parere di Banca di Italia e Mef sul decreto attuativo dell'obbligo introdotto dall'art.15 del D.L. 179/2012 Sviluppo Bis, i commercialisti sollevano perplessità. Anche a Padova difficile digerire la novità, dall'inizio dell'anno è entrata in vigore la norma - Osserva Dante Carolo, presidente dell'Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Padova - che non è certamente funzionale a combattere l'evasione, perchè esiste già il limite di mille euro sull'importo pagabile in contanti. Sul fronte dei costi, all'installazione iniziale pari ad un importo di circa cento euro, si aggiungono i costi di gestione mensili stimati intorno ai trenta euro oltre ad una commissione per ogni transizione che varia tra l'uno e il tre per cento secondo il circuito bancario. Una ulteriore vessazione a carico di una categoria, quella dei commercialisti che in questi anni ha visto ridurre notevolmente i propri fatturati così l'introduzione del Pos negli studi - continua Carolo - appare più un interesse degli Istituti di Credito, dato che lo strumento ha dei costi fissi di gestione a cui si aggiungono i costi proporzionali all'importo incassato. Siamo favorevoli alla tracciabilità delle operazioni per la lotta all'evasione - continua Carolo - ma non è opportuno che il legislatore individui lo strumento adatto nel Pos, perché la tracciabilità si ottiene anche attraverso l'assegno, senza aggravio di costi per gli Studi Professionali.
 

ll Ministero dello Sviluppo nella bozza attuativa ha anticipato che l'obbligo si applica a tutte le transazioni superiori ai 30,00 euro, che fino al 30 giugno 2014 l'obbligo vale per le attività commerciali e professionali che abbiano fatturato nell'anno precedente superiore ai 200.000,00 euro, che i tempi di attuazione saranno rapidi, ovvero 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che l'obbligo vale per le prestazioni rese esclusivamente a persone fisiche che agiscono per scopi privati, ovvero i consumatori, quindi non riguarderebbe le prestazioni rese a imprese e professionisti. In questo momento tutte le categorie e gli operatori economici, commercialisti per primi - conclude Carolo - necessitano di segnali forti attraverso interventi normativi di rilancio dei consumi, di semplificazione per le imprese e di sostegno alle famiglie in difficoltà, invece ogni giorno come professionisti e come cittadini siamo sommersi da nuovi adempimenti e nuovi oneri privi di reale valore aggiunto per il sistema economico.

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