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Economia

Il grido di Confapi: "Candidati sindaco, l'industria sia al centro dei vostri programmi"

A dirlo Carlo Valerio presidente della confederazione padovana che lancia un appello ai candidati in tre punti: reindustrializzazione, defiscalizzazione delle attività produttive, integrazione nel rispetto delle regole

Tre punti, fondamentali per il futuro del territorio. Le elezioni amministrative della prossima primavera in provincia riguarderanno 16 comuni. Tre superano i 15 mila abitanti, Padova, Abano Terme (comuni, peraltro, da tempo commissariati) e Vigonza. Ma si voterà anche a Conselve, Gazzo, Granze, Loreggia, Lozzo Atestino, Merlara, Piombino Dese, Sant’Urbano, Saonara, Teolo, Torreglia, Veggiano e Vescovana.

LE PRIORITA'. In vista di questa importante scadenza Confapi Padova lancia un appello ai candidati sindaco basato su tre priorità: 1) reindustrializzare il territorio, riqualificando le aree produttive; 2) defiscalizzare, ovvero ridurre o eliminare le imposte che gravano sulle attività; 3) integrare l’imprenditoria e la manodopera straniera, ma solo nell’assoluto nel rispetto delle regole: "Molti comuni della provincia si stanno preparando a un appuntamento importante, e il confronto già inizia a delinearsi aspro e non privo di colpi bassi. In qualità di Associazione che rappresenta le piccole e medie industrie non possiamo che auspicare che sia invece basato su programmi concreti e che prevalga chi avrà la capacità di offrire una visione di ampio respiro che consenta di favorire il rilancio economico e l’occupazione" afferma Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova.

"REINDUSTRIALIZZAZIONE". "In quest’ottica, abbiamo individuato tre punti chiave, che ci auguriamo entrino nel dibattito pubblico e siano presi in considerazione dai candidati. Quando parliamo di reindustrializzazione, vogliamo far presente che il territorio va rilanciato sotto il segno dell’attività produttiva e dell’innovazione. È giusto occuparsi degli interessi del mondo del commercio, ma non dimentichiamo che il motore dell’economia è e rimarrà l’industria. Ecco perché chiediamo ai candidati di pensare alle prossime generazioni e non solo all’immediato tornaconto, anche se le zone industriali non portano direttamente voti. Un piano di riqualificazione delle zone industriali è però necessario, operando interventi integrati con la viabilità delle varie aree e in grado di offrire soluzioni strategiche a problemi esistenti. All’imprenditore si pone la sfida della competitività, alle istituzioni il compito di non ostacolarla. Inefficienze burocratiche e instabilità politica, una normativa antagonista e una tassazione iniqua continuano a essere fardelli insopportabili per le imprese, temi spesso distanti dall’agenda politica".
E da qui si arriva al secondo punto in agenda. «Il carico fiscale, che per le imprese più piccole arriva a oltrepassare il 50%, a cui si sommano i costi dei professionisti esterni a cui devono rivolgersi le aziende che non hanno una struttura amministrativa. Occorre ribadirlo con forza: è impensabile immaginare investimenti, quindi ripresa, in un territorio in cui la pressione fiscale resta così alta. I margini di manovra dei sindaci sono relativamente ristretti, ma restano legati a Imu, Tari e alle addizionali locali dell’Irpef: soltanto riducendo le imposte locali sull’attività industriale sarà possibile rendere l’area nuovamente attrattiva per le imprese.

INTEGRAZIONE E ACCOGLIENZA. Il terzo punto riguarda l’integrazione e l’accoglienza. Il numero di imprenditori extracomunitari nel territorio padovano, nel 2016, per la prima volta ha sfondato il tetto degli 8.000. Per non parlare, poi, del peso che riveste la manodopera straniera già presente nella provincia. Di fronte a questi numeri è evidente che non ha senso alzare barricate, occorre invece provare a governare il fenomeno cercando di favorire l’integrazione, perché è l’unico modello di sviluppo da seguire e un’opportunità per far crescere tutto il territorio. Alla base, occorre ribadirlo con forza, ci deve tuttavia essere un comune sostrato di regole e valori condivisi, che non lascino spazio a chi vuole inquinare il nostro tessuto economico".

IN AGENDA UN PUNTO EXTRA. "C’è poi un quarto punto" conclude Valerio "che non riguarda i candidati sindaco, ma gli stessi elettori. Alle amministrative più che alle politiche ha senso dare la propria preferenza a una persona che possibilmente si conosce e che si è distinta per quello che ha fatto di concreto e per la corrispondenza tra ciò che dice e ciò che fa. Per questo noi non daremo indicazioni di voto, se non una: votate per persone che conoscete bene e cercate di conoscerle il più possibile. Votatele a partire dalla loro credibilità. Da parte nostra, ci segneremo le promesse fatte agli elettori e
vigileremo perché non restino parole sospese nel vuoto".

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