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Economia

«Anche le nostre imprese rischiano di morire per il Coronavirus»: l'appello di Confartigianato

«Al primo posto mettiamo la salute, per questo con grande senso di responsabilità verso la comunità nella quale viviamo e lavoriamo abbiamo deciso di chiudere le nostre aziende, ove possibile. Ma ora il Governo, la Regione, gli enti locali ci devono ascoltare e dare risposte urgenti»

Non smettono di squillare i centralini di Confartigianato Imprese Padova: le 25 sedi dell’associazione, distribuite in tutto il territorio provinciale, continuano a ricevere richieste di chiarimenti. E il presidente Roberto Boschetto tuona: «I nostri artigiani sono infuriati. A far morire le loro imprese di Coronavirus proprio non ci stanno!».

L'appello

Prosegue Boschetto: «Siamo tutti d’accordo, al primo posto mettiamo la salute. Per questo, con grande senso di responsabilità verso la comunità nella quale viviamo e lavoriamo, abbiamo deciso di chiudere le nostre aziende, ove possibile. Abbiamo osservato scrupolosamente le indicazioni dal Governo. Ma ora il Governo, la Regione, gli enti locali ci devono ascoltare: abbiamo bisogno di risposte urgenti». Molte richieste arrivate dagli associati riguardano i 600 Euro garantiti agli autonomi: «Se questa è solo una prima misura, in attesa di un provvedimento più efficace, va bene. Ma se il Governo pensa di risolvere il problema con un provvedimento una tantum e il posticipo delle scadenze, significa che non ha capito la rabbia che sta crescendo tra gli autonomi, che ora si vedono sfumare i sacrifici di una vita». Chi può, chiede la Fsba, il Fondo di solidarietà bilaterale artigiano, per il quale, con un accordo del 26 febbraio scorso, è stata introdotta una causale specifica legata all’emergenza COVID-19. «Il nostro territorio e le nostre associazioni venete - aggiunge Boschetto - nel tempo hanno costruito un ente bilaterale che è di esempio per il resto d’Italia. Ne abbiamo fatto ricorso durante la crisi congiunturale iniziata nel 2008 ed oggi si rivela nuovamente prezioso».

I dati

Tra le aziende gestite da Confartigianato Imprese Padova, i settori che hanno maggiormente richiesto la FSBA negli ultimi giorni sono la metalmeccanica (20 aziende per 157 dipendenti), gli installatori d’impianti (24 aziende per 140 dipendenti), l’acconciatura ed estetica (58 aziende per 135 dipendenti. Seguono il tessile, abbigliamento e cuoio (17 aziende per 130 dipendenti), i chimici (13 aziende per 97 dipendenti) e i produttori alimentari (20 aziende per 83 dipendenti). Conclude Boschetto: «Numeri costantemente in crescita e a questi, nelle prossime settimane si aggiungeranno gli edili che devono utilizzare altri strumenti, non essendo compresi nella FSBA. Mi sembra che i numeri parlino da soli, ora è il momento delle decisioni».

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