«La burocrazia si comporta come se le imprese non fossero al collasso»: l'accusa di Ascom
«In un momento come questo, mentre il Paese è alle prese con una crisi sanitaria di proporzioni inimmaginabili, mentre la gente muore e le imprese rischiano di chiudere, la burocrazia trova un cavillo per creare un obbligo a quattro giorni da un decreto»
«C’è un virus che uccide le persone e c’è la burocrazia che, non capendo la gravità del momento, continua a comportarsi come se le imprese non fossero al collasso»: è netta la posizione dell’Ascom Confcommercio di Padova a fronte dell’ennesimo balzello burocratico caduto tra capo e collo delle imprese nella serata di giovedì 19 marzo con una scadenza per la data odierna relativa alla vidimazione dei libri sociali ma più ancora alle ritenute d’acconto e ai contributi previdenziali trattenuti in busta paga.
L'accusa
Interviene duramente Patrizio Bertin, presidente di Ascom Padova e Confcommercio Veneto: «In un momento come questo, mentre il Paese è alle prese con una crisi sanitaria di proporzioni inimmaginabili, mentre la gente muore e le imprese rischiano di chiudere, la burocrazia pensa bene di trovare, tra le righe del “Cura Italia”, un cavillo per creare un obbligo a quattro giorni da un decreto che, nello spirito, avrebbe dovuto dire semplicemente “tutti i pagamenti sono, al momento, sospesi” anche se, per noi, la stesura definitiva dovrà essere “a reddito zero, tasse zero”».