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Crisi, 80 persone a rischio psico-sociale seguite in Provincia

Si tratta di padovani lavoratori dipendenti o autonomi che hanno perso l'occupazione. Per il 20% è stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali e altre forme di contribuzione, per il 32% è stato trovato un nuovo lavoro

Disoccupazione e depressione, uscirne si può. Per contrastare il disagio psico-sociale in cui molti padovani negli ultimi tempi a causa della crisi stanno sprofondando, nei Centri per l'Impiego della Provincia di Padova esiste un particolare percorso che aiuta a non emarginarsi e a rifarsi una nuova vita lavorativa.

LE SOLUZIONI. Sono 80 le persone seguite da giugno 2010 ad oggi. Si tratta perlopiù di lavoratori dipendenti, autonomi ed ex autonomi che hanno perso l’occupazione. I casi rientrano tra quelli segnalati dall’ufficio progetti speciali della Camera di Commercio e dalle “antenne” di ascolto territoriale presenti nei Comuni. Degli 80 casi seguiti (40 dei quali segnalati dalla sola Camera di Commercio), per 60 persone è stato valutato un percorso di reinserimento lavorativo e di riqualificazione professionale nel biennio 2010-2012. Ad oggi, per il 20% dei casi è stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali e altre forme di contribuzione messe a disposizione della Regione, per il 32% dei soggetti è stato trovato un rapporto di lavoro. Quindi risulta che a più del 50% dei casi è stata data una soluzione idonea, mentre le persone rimaste sono in carico al servizio che le accompagna per la ricerca di una sistemazione nel tessuto aziendale del territorio.

UNA RETE DI ASCOLTO. Da marzo 2010, nel tavolo anticrisi l’ente camerale con la Provincia hanno attivato in via d’emergenza un numero verde anticrisi per dare aiuto ai lavoratori e imprenditori in difficoltà. Già allora, erano stati diversi i casi di persone padovane e del Nordest spinte a gesti estremi dalla crisi economica. Nel frattempo lo strumento è diventato una rete di ascolto strutturata sul territorio provinciale attraverso le “antenne” degli sportelli attivati dai servizi sociali dei Comuni. I casi sono poi segnalati e seguiti individualmente dall’apposito servizio di “case management” attivato dai Centri per l’Impiego.

LA DISPERAZIONE NON DEVE PREVALERE. “Lo scopo è innanzitutto quello di non lasciare sole le persone in difficoltà e poi di dare risposte strutturate che aiutino gli imprenditori e i lavoratori a trovare soluzioni concrete – spiega l’assessore provinciale al Lavoro e Formazione Massimiliano Barison – Il servizio di case management offre orientamento, counseling, attività di formazione e reinserimento lavorativo in rete con i servizi del territorio. È uno strumento assolutamente importante che intendiamo promuovere ancora perché i casi di gesti estremi sono continuati anche negli ultimi mesi. La crisi è forte, ma la disperazione non deve mai prevalere sulla speranza e come istituzioni sentiamo il dovere di accompagnare le persone in difficoltà finché non si trova una via d’uscita”.

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