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Economia Monselice

Css alla cementeria di Monselice, firmato un protocollo d'intesa tra i sindacati e l'azienda

Dopo il serrato confronto di questi ultimi mesi, un primo "strumento" per monitorare il delicato processo nel perimetro dei rapporti all'interno dello stabilimento e per favorire una positiva presenza del sito produttivo nel territorio

Lunedì 7 novembre, nella sede di Confindustria Padova, Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e la Rsu Cementeria di Monselice hanno sottoscritto con l'azienda il Protocollo per la sostenibilità ambientale e la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”.

GLI OBIETTIVI. Dopo il serrato confronto di questi ultimi mesi, lavoratori e sindacati hanno ottenuto importanti risultati e garanzie che, in caso di avvio dell'utilizzo del Ccc-C, rappresentano un primo “strumento” per potere governare tale delicato processo nel perimetro dei rapporti all’interno dello stabilimento e per favorire una positiva presenza del sito produttivo nel territorio. Perché questi impegni si traducano in realtà e producano effetti positivi sono indispensabili condivisione e supporto da parte delle autorità competenti, delle istituzioni locali, di tutte le articolazioni del territorio. Il documento, strutturato su 13 punti che principalmente si ispirano a quanto definito dal Contratto nazionale collettivo di lavoro del cemento, calce e gesso, ha come obbiettivi la protezione ambientale e il contenimento delle emissioni di CO₂, la salute e la sicurezza del personale, il monitoraggio e il reporting delle emissioni e dell'impatto sulle comunità locali.

GLI IMPEGNI DELL'IMPRESA. La Responsabilità sociale e territoriale d'impresa. Il protocollo impegna innanzitutto l'impresa:
•    alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori che operano nel sito produttivo perseguendo nel contempo la costante riduzione dell’impatto ambientale del cementificio sul territorio;
•    a perseguire, attraverso la sostituzione di combustibili convenzionali, finalità insieme ambientali e di sviluppo tecnologico, contribuendo non solo alla riduzione delle emissioni inquinanti, ma anche alle emissioni di gas climalteranti, come raccomandato dall'Accordo di Parigi (COP21), il cui recepimento a livello nazionale indica agli organi dello Stato come alle Regioni, agli Enti Locali come alla società civile, al mondo del lavoro e dell'impresa la necessità di favorire attraverso la migliore conoscenza scientifica disponibile processi di decarbonizzazione a fronte della minaccia urgente del cambiamento climatico;
•    Ad avviare il progetto non prima di 12/20 mesi, in cui dovrà esserci il periodo di osservazione di concerto con Arpav;
•    alla formazione dei dipendenti e a garantire la loro sicurezza tramite il Servizio Gestione Sicurezza aziendale.

MONITORAGGIO. Le principali disposizioni a tutela dell'impatto ambientale e della salute vertono sulla qualità di Css ammessa, sui controlli ulteriori al materiale in ingresso, sulle procedure di eventuali interventi all'impianto ordinari e straordinari, sugli obblighi di comunicazione e dichiarazioni di conformità. Sono inoltre previste ulteriori disposizioni concordate e quindi l'implementazione del piano di monitoraggio in fase di ingresso, il biomonitoraggio sull'area interessata dall'impianto, l'effettuazione di uno studio di valutazione di impatto sanitario e di un piano di monitoraggio dell'area tramite centraline fisse e mobili. Tutto ciò va effettuato in condivisione e sotto il controllo dell'Arpav, dell'Ulss e di società accreditate a livello europeo.

COMMISSIONE TECNICA BILATERALE. L’azienda si è poi impegnata a valutare programmi di investimento relativi all'ulteriore miglioramento sui temi ambientali in riferimento ai decreti del ministero dello Sviluppo economico e alle delibere della regione Veneto sul riconoscimento dell’area di crisi non complessa della Bassa padovana. In tutto il periodo di osservazione l'azienda procederà per step, tramite ulteriori verifiche analitiche, monitoraggi in continuo e discontinuo concordando il tutto con gli Enti di controllo. Sarà costituita una Commissione tecnica bilaterale interna che dovrà verificare e gestire tutte queste tematiche, garantendo l'applicazione delle disposizioni concordate e l'ampliamento delle buone prassi.

PORTE APERTE AI CITTADINI. Sono infine previste iniziative e azioni di informazione e comunicazione esterna. A questo proposito l'azienda, di concerto con la Commissione tecnica bilaterale, valuterà la realizzazione e la diffusione periodica di un report ambientale, continuerà a promuovere le visite di scuole di ogni ordine e grado e delle università nello stabilimento di Monselice, organizzerà periodicamente aperture alla popolazione con la formula “porte aperte”. Oltre a tutto ciò l'azienda si impegna a realizzare un report giornaliero delle emissioni del cementificio affiancato alle risultanze del monitoraggio emissioni della centralina Arpav.

FORNITORI E LEGALITÀ. Il protocollo affronta, e non poteva essere altrimenti, un tema decisivo come quello della legalità. L'azienda confronterà la propria lista di fornitori di Css-C con la white list della Prefettura di riferimento e richiederà agli stessi anche la documentazione antimafia, come da norme vigenti, nonché inserendo apposita clausola risolutiva espressa nei contratti di fornitura.

SINDACATI SODDISFATTI. “Questo protocollo - dichiarano i sindacalisti di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil territoriali - è un primo importante risultato su una tematica così complessa e delicata. Non può ovviamente, e non vuole, sostituire l’iter legislativo e istituzionale, che deve proseguire nel pieno rispetto della democrazia. Noi abbiamo svolto il nostro ruolo di organizzazioni sindacali nell'interesse dei lavoratori e delle comunità locali. Nel caso in cui il progetto del Css fosse avviato, il nostro dovere costante è quello di contrattare e definire con l’azienda un accordo che assicuri la diminuzione di emissioni di CO2, monitoraggi e garanzie aggiuntive, rispetto della legalità, informazione e comunicazione. Con lo stesso impegno con cui abbiamo lavorato al protocollo, ci batteremo per dare concretezza ai progetti relativi al riconoscimento dell’area di crisi non complessa della Bassa padovana, che può essere uno strumento decisivo per rilanciare un territorio . Il nostro auspicio è che questo documento possa essere uno strumento di aggregazione in un'area della nostra provincia che in questi anni è stata lacerata da divisioni che non hanno migliorato né la qualità della vita dei cittadini né la condizione dei lavoratori”.

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