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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

«Serve un piano quinquennale e il sostegno dell'Ue»: aperto il tavolo regionale anti cimice asiatica

Pan: «Il problema ha assunto dimensioni tali che richiedono un piano quinquennale di sostegno al settore dal 2019 al 2023 da 100 milioni di euro l'anno»

«La Regione Veneto è mobilitata da anni per fronteggiare l’emergenza cimice asiatica e si è fatta capofila tra le regioni interessate dal problema chiedendo ai Ministri all’Agricoltura e all’Ambiente un tavolo nazionale, da convocare con urgenza, perché siano messe in campo risorse per sostenere le aziende nei prossimi anni ed evitare che si arrivi al rischio espianto»: è quanto ha comunicato martedì 17 settembre l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan aprendo in Regione i lavori del "tavolo verde" regionale dedicato alla cimice asiatica.

Piano quinquennale da 100 milioni l'anno

Prosegue Pan: «Al governo nazionale e all’Europa chiediamo la stessa attenzione riservata alla Xylella come il batterio che ha colpito gli olivi mediterranei ha messo a rischio l’olivicoltura, così la cimice asiatica sta compromettendo l’intero comparto frutticolo e le produzioni che più caratterizzano il nostro sistema produttivo. Inoltre, danni causati dalla proliferazione dall’insetto alieno non sono solo un problema agricolo, ma anche sociale e turistico. Il problema ha assunto dimensioni tali che richiedono un piano quinquennale di sostegno al settore dal 2019 al 2023 da 100 milioni di euro l'anno».

1490-2019 tavolo verde con assessore Pan-2

Gli impegni

L’assessore ha quindi proposto ai rappresentanti delle organizzazioni dei produttori una sequenza di impegni e di interventi da condividere: ricerca chimica sugli insetticidi più idonei e meno volatili e ricerca biologica sugli antagonisti mirata non solo all’introduzione della ‘vespa samurai’, ma anche alla valorizzazione di insetti autoctoni; coinvolgimento diretto del Crea e delle sue sperimentazioni; un tavolo nazionale nel quale Governo e Regioni possano condividere velocemente gli esiti di ricerche e sperimentazioni, individuare parametri ed eventuali deroghe per l’utilizzo di prodotti fitosanitari, attivare forme di indennizzo e di sostegno. «La Regione Veneto - ha ricordato Pan - ha già stanziato quasi un milione di euro del proprio bilancio nel biennio 2019-2020 per fronteggiare l’emergenza finanziando in particolare la ricerca, affidata all’Università di Padova, e sostegni agli agricoltori per reti antinsetto, trappole, dissuasione feromonica. Ma questa non è una battaglia che potremo vincere da soli. Serve l’impegno unitario e coordinato di associazioni e istituzioni ad ogni livello per predisporre un piano nazionale straordinario di interventi, che sia condiviso e sostenuto anche dall’Unione Europea».

Coldiretti

Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Veneto (presente al Tavolo Verde) commenta così: «Che ci fosse lo stato di calamità da decretare Coldiretti l’ha denunciato già all’inizio di questa campagna. Bene, dunque, che la Regione Veneto si esponga nei confronti del Governo nazionale e dell’Unione Europea chiedendo la stessa attenzione riservata per l’emergenza Xylella». Coldiretti rileva che, con 100 milioni di danni solo in Veneto a cui si devono aggiungere altre cospicue somme nei territori oltre il confine regionale, è evidente che solo un’azione ai livelli superiori potrà dare risposta ai frutticoltori veneti che attualmente si trovano a fronteggiare un problema senza soluzioni. «Le istituzioni regionali - ha sottolineato il direttore Pietro Piccioni - devono fare ancora di più in termini di ricerca e monitoraggio, per queste attività servono risorse che non possono essere quelle messe a disposizione fino ad ora».

L'adesione dei sindaci

E a dare man forte c'è l'adesione convinta e trasversale dei sindaci alla delibera proposta da Coldiretti Padova sull’emergenza cimici. Dalla Bassa Padovana - la zona più colpita dall’invasione dell’insetto alieno - all’Alta in questi giorni diverse amministrazioni comunali stanno approvando il documento di sostegno alle azioni di contrasto alla diffusione della cimice in Veneto. Ad oggi, martedì 17 settembre, hanno già pubblicato la delibera i Comuni di Urbana, Granze, Bagnoli di Sopra, Due Carrare, Limena e Carmignano di Brenta. Numerosi altri lo faranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni, a partire dai centri della Bassa Padovana che stanno risentendo in maniera drammatica dell’attacco della cimice asiatica a frutteti, orti e altre coltivazioni, con danni in costante crescita. Tra i prossimi a firmare spiccano Castelbaldo, Piacenza d’Adige, Masi, Lozzo Atestino, Vo’, Montagnana, solo per citarne alcuni. Afferma Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova: «È un segnale importante quello che ci sta arrivando dai sindaci padovani, ai quali va il nostro ringraziamento per l’attenzione e l’immediato riscontro alla nostra proposta. Purtroppo l’emergenza della cimice asiatica riguarda tutto il territorio provinciale e la situazione è destinata ad aggravarsi rapidamente se non si interviene con efficacia. In particolare è a rischio la sopravvivenza della nostra frutticoltura, perché alcune aziende gravemente colpite potrebbero scegliere la via della chiusura definitiva, perché non è possibile lavorare in perdita per alcuni anni consecutivi. Nella Bassa Padovana abbiamo già alcune aziende pronte a mettere a disposizione i propri frutteti per la sperimentazione in campo dopo le prove già avviate quest’anno. La lotta biologica, però, richiede anni per il raggiungimento di un equilibrio tra le popolazioni. Ne consegue che le risposte emergenziali vanno sostituite nel tempo con l’attivazione di un fondo di solidarietà nazionale per le fitopatie per far fronte ad questa nuova grave calamità»

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