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Economia

Bui: «Treno supersonico in Veneto: un’occasione da non perdere»

Il presidente della provincia: «Se il presidente Zaia si muoverà in tal senso, avrà il mio appoggio perché siamo nel 2020 e il Nordest ha voglia di lottare e di mettersi in gioco»

Riceviamo e pubblichiamo

«Vedere che da Padova si arriverebbe a Venezia in 4,4 minuti e a Vicenza in 3,7 minuti merita un gioco di squadra senza precedenti per portare nel Veneto di domani il treno supersonico. Se il presidente Zaia si muoverà in tal senso, avrà il mio appoggio perché siamo nel 2020 e il Nordest ha voglia di lottare e di mettersi in gioco per competere con le grandi realtà europee e mondiali. Da mesi sto girando per la provincia di Padova, esistono aziende che, solo qualche anno fa, avremmo definito futuristiche e invece viaggiano nell’economia a vele spiegate. C’è bisogno di una visione per il futuro e qui non parliamo di fantascienza visto che l’Hyperloop sarà il protagonista dell’expo di Dubai e che anche i francesi lo stanno realizzando. Stiamo parlando di farci trovare pronti perché è in atto una rivoluzione culturale, digitale e tecnologica: il Veneto, Padova devono giocarsela tutta. Abbiamo i numeri, le competenze e la centralità geografica per scrivere pagine fondamentali. Solo così daremo speranza ai nostri ragazzi che qualcosa si muove e che noi amministratori guardiamo al loro futuro».

Acque navigabili

Un tempo le nostre vie d’acqua erano navigabili. Battaglia Terme era uno dei più importanti porti fluviali d’Europa. Poi l’Italia puntò sui camion e il trasporto merci via fiume crollò. Oggi avremmo avuto una grande opportunità in più se negli anni del boom avessimo investito sulle vie navigabili. Ce lo ha insegnato un grande “barcaro” Riccardo Cappellozza che si è spento nei giorni scorsi e che ci ha lasciato in dote il Museo della Navigazione fluviale e forse qualche rimpianto. Ecco, siamo di fronte alla medesima svolta storica: dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti, di avere la lungimiranza di pensare al nostro territorio da qui ai prossimi trenta o cinquant’anni. Io credo che, mai come adesso, sia il momento di investire nella ricerca, nella scienza, nell’innovazione e in chi progetta forme di mobilità a impatto zero, veloci e sostenibili. È un modo per confermare che qui c’è una visione, un disegno e che è possibile investire. È un modo per lasciare il testimone ai giovani che, per formazione e mentalità devono e possono prendere in mano il Veneto e portarlo nel futuro. Il tutto portando a compimento i nodi infrastrutturali che ancora attendono di essere terminati: il prolungamento della Sr 10, la viabilità di collegamento necessaria alla Super Pedemontana veneta in particolare la Sr 308 e la Sp 47 “Valsugana” e tutte le criticità infrastrutturali che ancora attendono risposta. Al di là dei vari orientamenti politici, sono convinto che a tutti stia a cuore l’eccellenza veneta: facciamo squadre, completiamo ciò che è fermo e poniamo le basi per il Veneto del 2030 e 2050».

Fabio Bui

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