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Nuova ondata di false email Equitalia, Artigianfidi Upi: "Attenzione a non cascarci"

La "vera" Equitalia, spiega Fabio Di Stasio, direttore di Artigianfidi Padova e presidente dell'Upi, l'Unione Provinciale Imprese, invierà comunicazioni per ricordare ai debitori gli importi e offrirà la possibilità di accettare già il piano rateale. Gli avvisi di pagamento sono phishing

Comunicazioni di Equitalia ancora al centro dell'interesse dei contribuenti. I quali, a fronte delle cosiddette "cartelle amiche" che nel 2017 verranno estese praticamente a tutta Italia, hanno però il problema di distinguere tra comunicazioni vere e comunicazioni fasulle.

ATTENZIONE ALLE MAIL FASULLE. "Mentre la "vera" Equitalia - spiega Fabio Di Stasio, direttore di Artigianfidi Padova e presidente dell'Upi, l'Unione Provinciale Imprese - segnala che invierà comunicazioni attraverso le quali ricorderà ai debitori gli importi e offrirà la possibilità di accettare già il piano rateale, continuano ad arrivare sulle e-mail dei contribuenti avvisi di pagamento che sono nè più nè meno che una nuova ondata di phishing, cioè di tentativi di truffa informatica peraltro confermata anche dal Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche". Non tenere conto di queste e-mail e, soprattutto, eliminarle senza scaricare alcun allegato è dunque l'invito che Di Stasio, ancora una volta, rivolge ai contribuenti anche se non perde l'occasione per sottolineare le contraddizioni del sistema di riscossione che continua a diffondere dati per accreditarsi come un fustigatore dei "grandi debitori" quando invece restano sempre le piccole imprese il fulcro dell'azione della società destinata a confluire nell'Agenzia delle Entrate.

TASSE. "La società guidata da Ernesto Maria Ruffini - continua Di Stasio - segnala un vero e proprio boom del riscosso 2016 portato a 8,7 miliardi di euro, il 54,8% del quale relativo a cartelle superiori ai 100 mila euro. Un’altra quota di incassi arriva dagli importi compresi nella fascia tra i 10 mila e i 50 mila euro, che rappresentano il 20% di quegli incassi mentre sono solo il 2,5% quelli di importo inferiore a 1000 euro che, con ogni probabilità, riguardano per la gran parte i privati alle prese con multe ed errori formali. Questo però significa che il 22,7% del totale riscosso, pari a 2 miliardi di euro, è in capo alle piccole imprese che sono esattamente quelle che hanno pendenze tra i 1000 ed i 10 mila euro". Insomma per Di Stasio l'attenzione verso i "grandi", pur meritevole da parte dell'agente della riscossione, non cancella la convinzione che il pressing, quello che fa cassa, sia nei confronti dei "piccoli" che per assommare quei 2 miliardi sono spesso costretti a svenarsi, mentre i 4,8 miliardi raccolti tra chi deve più di 100 mila euro, rappresentano pur sempre la risultante di numeri bassi in termini di verifiche.

CHI AIUTARE SUL PIANO INVESTIMENTI? "Senza contare - analizza Di Stasio - che nei confronti dei grandi contribuenti (Ferrero per prima) è stata avviata la "cooperative compliance", ovvero il percorso di adempimento collaborativo previsto per le aziende sopra i 10 miliardi di fatturato, che mira a dare certezze sul fronte del fisco. Ottima cosa, soprattutto in funzione degli investimenti, ma perché non applicarla anche alle piccole imprese che sono il 98% del totale che rappresentano quasi 22 milioni di lavoratori tra autonomi e dipendenti, 13 milioni dei quali occupati nelle imprese sotto i 50 addetti e addirittura 11 milioni in quelle sotto i 20. Se consideriamo che le imprese sopra i 250 dipendenti occupano solo 5,7 milioni di lavoratori, chi sarebbe più logico aiutare sul piano degli investimenti?"

ATTIVITA' IMMOBILIARI. Domanda retorica ma non banale visto che in provincia di Padova gli occupati sono poco più di 380 mila, dei quali 240 mila nel terziario, notoriamente appannaggio, in massima parte, delle micro imprese e sono solo 107 mila quelli occupati nell'industria. "Può essere utile - conclude il direttore di Artigianfidi Padova - sottolineare le medie padovane degli addetti per impresa per comparto. Si va dagli 0,6 delle attività immobiliari agli 11,9 dell'industria che produce macchinari. In mezzo ci stanno i 2,5 del commercio al dettaglio, i 3,4 della ristorazione, i 4,1 della produzione di software, i 5,2 dell'industria del mobile. Più piccoli di così. "

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