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Economia

Artigianfidi di Padova: la fattura elettronica e la scure del garante della privacy

Di Stasio: «Avevo sottolineato che c'erano rischi per la privacy, adesso c'è la conferma, solo che ad essere colpita è la stessa agenzia per le entrate»

Riceviamo e pubblichiamo

L'aveva detto qualche giorno fa: "La fatturazione elettronica? Più problemi che vantaggi". E per sostenere la sua tesi, il direttore di Artigianfidi Padova, Fabio Di Stasio, aveva avanzato tutta una serie di rilievi fino a spingersi a ravvisare qualche pericolo connesso alla possibilità che i "big data" (ad esempio Amazon, Googl, ecc.) o alcune banche potessero offrire prestazioni standardizzate ma a prezzi irrisori.

Il garante

«Per questo tipo di strutture - aveva detto Di Stasio - il vero interesse non è quello di offrire il servizio, ma di incamerare i dati delle aziende, operazione che, a mio modesto parere, dovrebbe essere monitorata dal Garante della Privacy». E il monitoraggio del Garante, al quale aveva deciso di appellarsi, è arrivato, ma ad essere "colpito" è stato nientemeno che il bersaglio grosso, ovvero l'Agenzia delle Entrate. La quale è stata avvertita che il nuovo obbligo della fatturazione elettronica, così come è stato regolato dall’Agenzia stessa, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”. Per questo motivo ha chiesto all’Agenzia di far sapere con urgenza come intenda rendere conformi al quadro normativo italiano ed europeo i trattamenti di dati che verranno effettuati ai fini della fatturazione elettronica.

Artigiani

«Il rilievo del Garante - commenta il direttore di Artigianfidi Padova - fa riferimento ad un "trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito". In altre parole: c'è il rischio che assieme ai dati fiscali l'amministrazione incameri dati anche sensibili che esulano dal controllo fiscale per entrare nel privato più stretto delle persone». Non solo. Cita testualmente la nota fatta arrivare dal Garante all'Agenzia delle Entrate ma anche alla Presidenza del Consiglio e al Ministero dell'Economia e delle Finanze: «Ulteriori problemi pone il ruolo assunto dagli intermediari delegabili dal contribuente per la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture, alcuni dei quali operano anche nei confronti di una moltitudine di imprese, accentrando enormi masse di dati personali con un aumento dei rischi, non solo per la sicurezza delle informazioni, ma anche relativi a ulteriori usi impropri, grazie a possibili collegamenti e raffronti tra fatture di migliaia di operatori economici. Una bella gatta da pelare che, a questo punto non potrà che tradursi, minimo, in un rinvio dell'introduzione dell'obbligo anche perchè è la prima volta che il Garante esercita il nuovo potere correttivo di avvertimento, attribuito dal Regolamento Europeo attraverso un provvedimento adottato anche a seguito di alcuni reclami». 

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