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Economia Monselice

Anno nero per la frutta: gelate e grandine dimezzano la produzione nella Bassa Padovana

Dopo le albicocche, le ciliegie e le pesche le previsioni sono negative anche per le pere, la cui produzione è concentrata nella Bassa Padovana e si annuncia dimezzata rispetto allo scorso anno. I segnali non sono positivi neppure per il kiwi

Un anno nero per la frutticoltura padovana che, come nel resto del Veneto, ha risentito degli eventi estremi del meteo, tra gelate tardive, grandinate, piogge intense e allagamenti.

Perdite

Come spiegano da Coldiretti «Dopo le albicocche, le ciliegie e le pesche, che nel 2021 fanno i conti con una significativa flessione,le previsioni sono negative anche per le pere, la cui produzione è concentrata nella Bassa Padovana e si annuncia dimezzata rispetto allo scorso anno. I segnali non sono positivi neppure per il kiwi, la cui maturazione è quasi pronta per l’avvio della campagna il prossimo mese». In provincia di Padova sono circa 1.200 gli ettari destinati alle principali varietà di frutta: dai dati di Veneto Agricoltura al primo posto con quasi 400 ettari troviamo le mele, seguite a poca distanza, su una superficie di circa 350 ettari, dalle pere, mentre un altro centinaio di ettari sono occupati da pesche e nettarine. Seguono le ciliegie, i kiwi, le albicocche e altri piccoli frutti. Un tracollo, quello della frutticoltura veneta con raccolti quasi azzerati e perdite stimate fino al 90%. 

Eventi meteo estremi

«Quest’anno - osserva Coldiretti Padova - sarà ricordato per gli eventi meteo estremi che hanno compromesso pesantemente i raccolti: siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e gelo, a cui si aggiungono gli effetti della presenza di insetti alieni come la cimice asiatica». Sale però la preoccupazione tra gli agricoltori, molti dei quali non sanno se continuare a investire in questo comparto. Afferma Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova: «Il timore è che il 2021 sia un’annata troppo difficile per i nostri imprenditori frutticoli e che questo spinga alla rinuncia della coltivazione di frutta a favore di altre meno fragili e più redditizie. Chiediamo alla Regione e agli altri enti interessati di non lasciare soli i produttori in questa situazione drammatica. Molti agricoltori hanno perso un intero anno di lavoro, ci rimettono anche i consumatori che hanno dovuto affrontare un carrello della spesa più costoso. Si rende necessario pensare a soluzioni diverse, come Coldiretti lo sollecitiamo da tempo; la frutticoltura è in pericolo di estinzione e con essa tutta la filiera, vanno quindi messe in campo più risorse e più strumenti per ridare speranza al settore».

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