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Economia

Furti e spaccate a Padova, Ascom “Come avvisi di stampo mafioso”

Il presidente dell'associazione dei commercianti, Fernando Zilio, azzarda un'inquietante ipotesi sulle origini di alcuni colpi messi a segno negli ultimi tempi in città con bottini minimi ma molti danni

Aumenta la preoccupazione dei commercianti alle prese, in tutta la provincia, con spaccate, furti e rapine. E il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Fernando Zilio, analizza ipotesi e soluzioni.

PISTA MAFIOSA. “Al netto di un populismo da campagna elettorale che non fa bene né al commercio né alla città – spiega il presidente – c’è il fondato timore che certe spaccate che rovinano solo le porte d’ingresso o buttano giù le vetrate senza portare poi via nulla siano più riconducibili a certe “avvisi” di stampo mafioso che non ad iniziative per arraffare il più possibile. Non vorrei che, tra qualche tempo, “emissari” passassero per i negozi per offrire quella “protezione” che ha inquinato il commercio di certe aree del Paese e che non vogliamo assolutamente che possano attecchire anche qui”.

RICICLAGGIO ALL'EST. Non è la sola ipotesi che avanza Zilio. “In tempi di fame – prosegue il presidente dell’Ascom – è giocoforza tornare alle serrande, ai lucchetti, alle vetrate antisfondamento e comunque a tutte quelle salvaguardie di cui le telecamere sono la parte avanzata, anche se i vecchi deterrenti possono essere utili alla bisogna”. C’è poi una terza ipotesi ed è quella di un “riciclaggio” dei proventi dei furti in altri Paesi. “Condivido le quasi certezze dei dentisti – conclude Zilio – che lamentano furti su commissione nel senso che sono convinti che le merci e la strumentazione professionale a loro sottratte finiscano per attrezzare gli studi in quelli che un tempo erano i Paesi dell’Est”.

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