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Economia

Non pagano bollette conteggiate erroneamente: staccate le utenze a famiglia con figlia disabile

La denuncia di un padovano raccolta da Federcontribuenti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Poco importa che il conto da pagare fosse presunto e non reale, che il nome del destinatario delle utenze fosse sbagliato, che il signor Mario Schiano abbia tentato più e più volte di mettersi in contatto con la società Gdf Suez, fornitore di luce e gas a Padova, per sistemare una volta per tutte l’insieme di problematiche sorte dalla firma del contratto avvenuta l’anno precedente: considerato moroso dall’amministrazione della società, gli va staccata la corrente. Anche se a casa ha moglie e due figlie, tra cui la minore disabile dalla nascita. Una vicenda partita dalla metà dello scorso anno, quando Schiano riceve le prime bollette di Gas De France, la società con cui aveva stipulato un accordo per le utenze di luce e gas: “Mi sono visto recapitare delle bollette con importo presunto a nome sbagliato, Schiavo invece di Schiano - racconta il padovano - Mi sono subito attivato per segnalare alla Gdf Suez l’errore, inviando anche i dati del contatore per avere un conteggio puntuale dei consumi, ma ogni tentativo è stato inutile. Gli importi delle bollette erano astronomici: 503 euro per l’elettricità, 787 per il gas. Ed era solo la prima bolletta” conclude Schiano.

L’uomo tenta così di contattare l’azienda per avere dei chiarimenti, prima tramite il numero sms disponibile sul sito internet (a cui non ha risposto nessuno) e infine tramite il call center, dove risponderanno operatori, ma senza modo di risolvere la questione. “Ho dovuto ricorrere alle raccomandate - riferisce Schiano - a cui però rispondeva solo l’ufficio legale dell’azienda inviandomi gli importi da pagare. Ma sulle criticità che facevo presente all’azienda, nessuno mi ha mai detto nulla”. E così, dopo poco tempo dalle prime bollette non pagate, la famiglia si vede ridurre drasticamente la potenza della fornitura. “Funzionava solo il frigorifero - dice ancora l’uomo - mia moglie non poteva nemmeno asciugare i capelli bagnati delle mie due figlie, perché il solo fon avrebbe fatto saltare la corrente”. Una situazione esasperante che si è ripetuta per due volte: “La preoccupazione più grande era nei confronti delle mie figlie, soprattutto la minore. L’agente che ci ha venduto il contratto si è ben guardato dal dirci che, con una persona disabile all’interno del nucleo familiare, avevo diritto alla fornitura costante delle utenze anche se insolvente. Una possibilità prevista dalla legge, di cui non siamo stati informati. Il che la dice lunga sull’etica e sulla moralità di questa azienda”, conclude Schiano.

LA REPLICA DI GDF SUEZ - LA CONTROREPLICA DI FEDERCONTRIBUENTI

“Una situazione inaccettabile”, è il commento di Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti, a cui Schiano si è rivolto per risolvere il problema. “Non si possono trattare in modo così irrispettoso le persone e, più di tutto, è necessario garantire in ogni modo il benessere di una persona disabile, come in questo caso della figlia minore di Schiano. L’azienda per prima dovrebbe apporre verifiche degli importi quando questi risultano essere più elevati della media: non si può pretendere il pagamento di fatture incomprensibili dove i consumi non concordano con periodo di utilizzo. Pure applicando l’aliquota Iva anche sulla parte relativa all’imposta” dice il presidente di Federcontribuenti. “Non una caso isolato - conclude Paccagnella - ma una vera e propria prassi aziendale. A testimoniarlo le decine di segnalazioni che ci sono giunte in ufficio” e non solo nelle ultime settimane. Una serie di disservizi segnalati da Federcontribuenti già negli anni passati, quando ancora la GdfSuez non si era omologata all'azienda francese di energia ed era conosciuta come Italcogim Energie. Aumenti dell'Iva pari al doppio di quello previsto dalla legge (il 20 percento nel 2011, quando invece era obbligatorio il 10) e imposte erariali di consumo conteggiate – sempre anni addietro – con l'importo di 0,18 euro invece dello 0,018 euro. “Sembra evidente – conclude Marco Paccagnella – che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Negli anni scorsi abbiamo proceduto contro Italcogim Energia, e oggi procederemo contro Gdf Suez. Sono liberi di cambiare nome e ragione sociale quanto vogliono, ma fino a quando non cambieranno il proprio atteggiamento lavorativo noi gli staremo alle costole”.

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