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Economia

Giornata nazionale dell’economia Allarme a Padova: giù tutti i settori

Scenario a tinte fosche per l'imprenditoria euganea. Nonostante la città resti leader nel Veneto per numero di imprese, calano produzione, ordini, e fatturato. L'occupazione giovanile è una chimera

La crisi imperversa, incessante. Anche in questi primi mesi del 2013 i principali indicatori strutturali dei settori economici e del mondo occupazionale padovano fanno venire i brividi, e quel che più preoccupa le aziende e il tessuto produttivo è che, all’orizzonte, non c’è nessuna schiarita. Per l’economia padovana i primi quattro mesi del 2013 si portano dietro una pesante zavorra di segni "meno": dalle attività industriali all’artigianato, sino a molti comparti del commercio non c’è settore che non sia contaminato dalla depressione dei consumi e della domanda interna, mentre anche l’export dimostra di non riuscire più ad essere il traino d’un tempo per la competitività delle piccole imprese. E’ quanto emerge dai dati diffusi dalla Camera di commercio padovana nella Giornata nazionale dell’economia.

LA SITUAZIONE SETTORE PER SETTORE. Diminuisce il numero di imprese soprattutto in agricoltura (-4,1%) e nell’industria (-2%), mentre nel terziario emerge una parziale tenuta (+0,5%). Il risultato negativo nell’industria è determinato nuovamente dalla diminuzione del numero delle imprese delle costruzioni (-3%) e in parte anche del manifatturiero (-1,3%). Sul fronte del commercio regna la stagnazione, diminuiscono le imprese commerciali all’ingrosso (-1%), mentre crescono quelle del commercio al dettaglio (+1,3%). Segnali di maggior reattività alla crisi arrivano dalla ristorazione (+2,2%) mentre invece si evidenzia un calo delle attività alberghiere e di alloggio (-1,9%). Tra i servizi alle persone si conferma l’aumento dei servizi sanitari e sociali (+12,5%), e rimane positivo l’andamento nei servizi destinati all’istruzione (+1,5%) e alle attività ricreative e di intrattenimento (+2,3%). Guardando al mondo dell'artigianato la crisi accentua il ridimensionamento delle imprese (-1,2%) con -335 unità rispetto a un anno fa, questa riduzione risulta la seconda peggiore dell'ultimo decennio.

CARICHE IMPRENDITORIALI. Nonostante Padova continui a registare un tasso di imprenditorialità superiore sia all’Italia che al Veneto (14,8%), titolari, soci, e amministratori di tutti i settori subiscono una diminuzione (-1,4%) pari a 2.125 unità in meno rispetto a un anno fa. I giovani con meno di 29 anni sono 5.540 soggetti, pari al 3,8% del totale degli imprenditori. Il dato segna nuovamente un ridimensionamento (-3,5%), soprattutto per il settore delle costruzioni (-11,8%) e nel manifatturiero (-10,1%). Guardando agli imprenditori extracomunitari il trend è di 6.896 unità pari al 4,7% sul totale dei titolari: rispetto a un anno fa la crescita è del 7,1% (456 extracomunitari in più). Continua ad essere prevalente la componente cinese attiva nei servizi di ristorazione, commercio e nel manifatturiero.

GIOVANI SENZA LAVORO. Cresce il tasso di disoccupazione giovanile, che passa infatti dal 13,3% del 2011 al 20,7% dell’ultimo anno con un aumento superiore a quello registrato nelle altre province venete ad eccezione di Belluno. La provincia presenta comunque un dato inferiore al Veneto (23,7%) e alla media UE (22,6%). Per quest’anno è previsto un aumento della percentuale di persone in cerca di impiego, che in rapporto al totale delle forze di lavoro passerebbe dal 6,4% del biennio 2011-2012 al 7,2% del 2013, rimanendo comunque al di sotto del trend nazionale (11,9%).

EXPORT. L'export tiene anche se con un ridimensionamento della crescita rispetto allo stesso periodo del 2012. All’interno della metalmeccanica aumentano le vendite dei metalli preziosi e dei macchinari. Diminuisce invece l’esportazione nel sistema moda (-3,8%), soprattutto per effetto del calo del tessile e dell’abbigliamento, pur con una tenuta delle calzature. Tra le altre voci, si nota una flessione dell’export agroalimentare (-6,1%), della chimica (-3,6%) e del legno mobile (-2,6%), mentre risulta positiva la dinamica delle vendite all’estero per i prodotti del vetro, degli strumenti medicali, dell’oreficeria-gioielleria, e della carta-stampa. Per quanto riguarda i mercati di destinazione, emerge la crescita dei mercati al di fuori dell' Eu, soprattutto per quanto riguarda Asia e America. Le destinazioni comunitarie rimangono, comunque, quelle prevalenti.

CASSA INTEGRAZIONE. Per il primo trimestre il totale di ore di Cig concesse in provincia è pari a 4,6 milioni con un aumento di circa 700.000 unità (+17,7%): è il secondo valore più consistente dell’ultimo decennio e solo nel 2010 c’è stato un dato più elevato. Il dato padovano non è fra i peggiori in Veneto, visto che Treviso si colloca al primo posto, seguita da Vicenza e Venezia.

TURISMO PADOVA E TERME EUGANEE. Incoraggianti, anche in virtù delle buone performances registrate nel periodo delle vacanze pasquali, i dati nell’intera provincia di Padova del I° trimestre 2013 con +6% negli arrivi e +4,4% nelle presenze. L’ambito Padova, che comprende la città capoluogo e gli altri Comuni della provincia (esclusa  l’area Terme-Colli Euganei), ha registrato un +4,4% di arrivi e un +5,5% nelle presenze. Ottimo il dato degli stranieri con il +16,5% di arrivi. L’ambito Terme-Colli in questo primo trimestre ha registrato un +7,7% negli arrivi ed un +3,8% nelle  presenze. Il Bacino Termale chiude l’anno con +7,5% di arrivi e + 3,4% di presenze. Incremento di arrivi e di presenze del pubblico straniero con un +8,8% di arrivi e un +6,5% di presenze. Positiva è anche la clientela italiana che fa registrare un +7,1% di arrivi e un +1,4% nelle presenze.

PREVISIONI  E SCENARI FUTURI. Export provinciale in calo e quindi stranamente in controtendenza rispetto alla crescita prevista per il Veneto e per l’Italia. E’ questo uno degli indicatori più importanti emersi dalle previsioni 2013 e per il biennio 2014-2015. In agguato una riduzione del valore aggiunto prodotto nella provincia (-1,1%) e dell’occupazione (-1%). Il rapporto export/valore aggiunto è previsto comunque ancora in crescita: esso si attesterà infatti al 34,1% contro il 33,2% del triennio precedente, e rimarrà nuovamente superiore all’Italia (29,6%).

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