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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Francia e Italia ai ferri corti: qual è il rischio per l'economia padovana?

E' quasi di un miliardo l'esportazione e di mezzo miliardo le importazioni, questo il positivo raffronto di padova nei confronti dei cugini d'oltre alpe

Poco meno di un miliardo di euro di esportazioni contro poco più di mezzo miliardo di importazioni: è questo il raffronto relativo al 2017 dell'interscambio Padova - Francia. «Ma già il terzo trimestre del 2018 - commenta Franco Conzato, direttore di Promex, azienda speciale della Camera di Commercio di Padova - eravamo ad oltre 770 milioni di euro di export contro i 440 di import».

Asse Padova-Parigi

Dunque: quanto potrebbe costare alle imprese padovane uno "scontro" reiterato nel tempo come quello dei giorni scorsi tra Roma e Parigi e che ha visto, prima volta dalla seconda guerra mondiale, il richiamo dell'ambasciatore francese lo scorso 7 febbraio ma, grazie ad un allentamento della tensione, rientrato ieri a Roma? «L'auspicio è che possa costare poco - dichiara il presidente di Promex, Roberto Boschetto - sia perchè i rapporti sono consolidati, sia perchè la speranza (adesso più concreta) è che si torni tutti a toni più concilianti. Va detto che la Francia è il secondo partner per esportazioni delle imprese padovane. E' seconda, e non di molto, rispetto alla Germania (che da noi ha importato poco meno di un miliardo e 300 milioni di euro nel 2017) e precede gli Stati Uniti mentre per ciò che riguarda le importazioni è al terzo posto dopo Germania e Cina. Nel corso del 2017 abbiamo venduto sopratutto macchinari e apparecchiature (circa il 26% del totale, percentuale che vale poco più di 250 milioni di euro di esportazioni), prodotti delle altre industrie manifatturiere e articoli in pelle (escluso l'abbigliamento), rispettivamente al 13 e all'8%, mentre gomma/materie plastiche e carta valgono l'una il 7 e l'altra il 5% del totale».

Le importazioni

Sul fronte opposto, ovvero quello delle importazioni, sono i prodotti agricoli, animali e della caccia quelli che, da soli, coprono il 19% del totale, coi prodotti alimentari e coi prodotti chimici che si attestano rispettivamente al 16 e al 15% mentre la metallurgia è un punto sotto.
«L'importante - conclude Conzato - è che le diplomazie non perdano la loro centralità. Nel breve, infatti, si possono escludere contraccolpi che, per contro, se lo scontro fosse andato avanti a lungo o dovesse riproporsi, potrebbero invece farsi sentire. E visti valori e proporzioni, direi che per le imprese padovane non si tratterebbe di buone notizie».

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