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Padova leader per aziende attive ma la crisi morde il settore agricolo

La città euganea mantiene il primato veneto per numero di imprese ma preoccupano le cessazioni in rapporto alla nascita di nuove aziende, che registrano un saldo negativo pari a 1.476 unità, il peggiore dal 2003

Dall'ultimo rapporto della Camera di commercio padovana sulla dinamica delle aziende - aggiornato al 30 giugno scorso - emergono segnali preoccupanti. Fare impresa è sempre più difficile. Anche se la città euganea resta leader a livello veneto per numero di attività, la crisi morde ancora, soprattutto per quanto riguarda la tenuta delle aziende agricole: 1.353 imprese in meno nel primo semestre.

I DATI. A causa dell’emorragia nel settore dell’agricoltura (-9%), si riducono a 90.561 le imprese attive nel padovano (-1,9% rispetto allo stesso periodo 2012). Escludendo questo settore, tuttavia, il trend della dinamica provinciale è ben diverso. Considerando infatti solo le attività industriali e del terziario, la riduzione è contenuta per Padova in uno -0,6%, inferiore al dato regionale (-1,3%) ed in linea con l’Italia. Nel primo semestre 2013 il totale delle nuove aziende iscritte al registro imprese della Camera di commercio di Padova è pari a 3.477 unità contro 4.953 cessazioni, per un saldo negativo pari a 1.476 unità, il peggiore registrato dal 2003. L’entità delle cessazioni è la più elevata dal 2008, mentre le nuove iscrizioni scendono al di sotto della soglia delle 3.500 unità. Il peso della componente imprenditoriale padovana corrisponde al 20,3% sul totale regionale (445.170 imprese), mentre nel ranking nazionale la provincia rimane stabile al nono posto in Italia con un'incidenza del 1,7% sul totale nazionale, mentre si posiziona all'undicesimo considerando l’insieme dell’industria e del terziario (e quindi escludendo l’agricoltura). Anche in questo caso Padova si conferma al primo posto a livello regionale con il 20,7% del totale Veneto: in valori assoluti si registrano 76.907 unità per industria e terziario sulle complessive 372.219 operative in regione.

DINAMICHE SETTORIALI. Entrando nel merito dei settori, per quanto riguarda l’artigianato si conferma un andamento negativo (-2,2%) con una flessione in valore assoluto di -621 unità sulle 27.404 imprese operative a fine giugno 2013. Il risultato negativo nell’industria (-2,3%), pari a -585 unità, è determinato nuovamente dalla diminuzione del numero delle imprese delle costruzioni (-3,3%) e in parte anche del manifatturiero (-1,5%). Male anche la metalmeccanica (-2,4%) e il legno-mobile (-3,2%). Sul fronte del commercio regna la stagnazione; diminuiscono le imprese commerciali all’ingrosso (-1,2%), mentre crescono quelle del commercio al dettaglio (+1,2%). Segnali di maggior reattività alla crisi arrivano dalla ristorazione (+2%) mentre invece si evidenzia un calo delle attività alberghiere e di alloggio (-1,6%). Nei servizi alle imprese aumentano le attività nel settore finanziario (+3,4%) e nei servizi vari (+3,2% e all’interno di essi specie nei servizi di pulizie +5,4%), mentre è più contenuta la variazione nell'ambito dell'informazione e la comunicazione (+0,8%). Una contrazione si registra anche nei trasporti (-1,4%) principalmente per la flessione del trasporto merci su strada (-1,8%), ma in parte anche delle attività della logistica (-0,7%), con un parziale arretramento anche nelle attività immobiliari (-0,7%) e in quelle professionali (-0,9%). Tra i servizi alle persone si conferma l’aumento dei servizi sanitari e sociali (+13,5%), mentre rimane positivo l’andamento nei servizi destinati all’istruzione (+1,9%) e nelle attività ricreative e di intrattenimento (+1,9%).

APERTURA PROCEDURE CONCORSUALI. Per quanto riguarda i dati relativi alle procedure concorsuali, che includono oltre ai fallimenti anche gli altri interventi previsti nel caso di crisi aziendali (concordato preventivo, fallimentare, liquidazione coatta amministrativa, amministrazione straordinaria speciale), il rapporto segna un totale di 167 procedimenti (di cui 141 fallimenti, pari al 84,4% del totale) con un aumento del +54,6% sullo stesso periodo del 2012. A livello settoriale si nota una maggiore concentrazione nell’industria (80 unità, pari al 47,9% del totale) rispetto a quanto avviene nei servizi (40, per un 24%) e nel commercio-turismo (36 per il 21,6%).

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