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Economia

Industria, soffre il manifatturiero Segni di ripresa nell'occupazione

La crisi non dà tregua all'industria padovana, a farne le spese soprattutto le piccole aziende con pochi addetti. Giù produzione, fatturato e ordini. Numero degli addetti ancora negativo, ma con qualche lieve recupero

Dal terzo trimestre del 2011 non si vedono inversioni di tendenza: la crisi continua a ripercuotersi pesantemente sull'economia padovana. La flessione registrata a livello provinciale nel secondo trimestre 2013 risulta addirittura più marcata rispetto a quanto avviene a livello regionale veneto. Sono soprattutto le piccole imprese a soffrire: a livello di produzione la flessione registrata da quelle con meno di 9 addetti arriva infatti a -5,1%. È quanto emerge dal rapporto sull’andamento dell’industria manifatturiera euganea realizzato dall’ufficio studi della Camera di commercio di Padova in collaborazione con Unioncamere Veneto su un campione di 378 aziende (che comprende anche le imprese artigiane) in cui sono occupati 13.611 addetti, con un fatturato complessivo pari a 2,3 miliardi di euro.

IL QUADRO GENERALE. Fra aprile e giugno la produzione industriale padovana registra ancora una diminuzione (-3,4%), confermando il trend negativo iniziato nel 3° trimestre 2011. Tuttavia qualche piccolo segnale di miglioramento c’è, visto che la contrazione della produzione è inferiore a quella registrata negli ultimi quattro trimestri in cui le variazioni negative risultavano superiori al -5%. L’insieme delle imprese venete intervistate indica una diminuzione della produzione più contenuta (-1,6%) rispetto a quanto avviene per Padova ed anche in regione il calo è inferiore a quello rilevato nei trimestri precedenti.

PRODUZIONE. Rispetto alla dinamica nelle altre province venete, le imprese padovane evidenziano un calo della produzione che appare tra i maggiori in regione (più accentuato solo per Rovigo, -3,6%); nelle altre province prevale una flessione per Treviso (-2,6%) e Verona (-1,7%) e in misura più contenuta per Vicenza (-0,2%), mentre Belluno (+2,3%) e Venezia (+1%) manifestano una certa ripresa.

FATTURATO E ORDINI. Per il fatturato totale, la situazione è pressoché analoga: le imprese padovane presentano infatti la diminuzione maggiore (-3,1%) nel trimestre in esame, anche se una tendenza negativa riguarda anche Treviso, Verona (-1,5% per entrambe) e Rovigo (-2,6%). Una dinamica simile si riscontra per il  fatturato totale (-3,1%), che conferma il trend negativo del 2012 come conseguenza della diminuzione del fatturato realizzato sui mercati interni (-4,1%) e della stagnazione che si riscontra per i mercati esteri (-0,1%). Anche in questo caso le conseguenze più dure riguardano le imprese di minori dimensioni (-5,6%) rispetto alle altre (-2,5%). Riguardo il fatturato estero si verifica un andamento stazionario per le piccole e medie imprese mentre un calo consistente interessa le microimprese (-4,1%). Per gli ordini totali, la riduzione (-0,8%) è analoga a quanto avviene nel Veneto ed anche in questo caso l’andamento negativo è maggiore per le aziende con meno di 9 addetti (-3,5%) rispetto alle altre che evidenziano un limitato declino (-0,1%). Per gli ordini esteri  si rafforza il recupero per le attività con più di 10 addetti: il +4,9% rappresenta il risultato migliore degli ultimi due anni. L’aumento degli ordini dall’estero potrà comportare riflessi positivi nella seconda parte dell’anno, anche se le previsioni fornite dalle imprese per il 3° trimestre non indicano ancora segnali significativi di piena ripresa dell’attività industriale.Per quanto riguarda l’indice di utilizzo degli impianti industriali esso si colloca al 73,3% del totale della capacità produttiva disponibile, con un recupero quindi rispetto al trimestre precedente (68%) che permette di raggiungere il livello più elevato dalla fine del 2011.

OCCUPAZIONE. Per l’occupazione, la diminuzione complessiva del  -1,3% riflette l’andamento negativo maggiore nelle microimprese, dove il calo degli addetti è del -4,4%. Va tuttavia rilevata un’attenuazione della dinamica negativa rispetto ai due trimestri precedenti (-5,7 e -7,5%). Viene quindi confermato quanto già rilevato a livello nazionale in merito a un impatto limitato nel breve termine di una eventuale ripresa sull’aumento delle assunzioni. Non è tuttavia da escludere che in singoli segmenti produttivi, che beneficeranno maggiormente della ripresa degli ordini dall’estero, vi possano essere ricadute favorevoli in termini di un aumento della domanda di lavoro.

IL COMMENTO. Molto preoccupato per il perdurare di questa situazione di crisi è il presidente della Camera di commercio di Padova Fernando Zilio: "Il sistema industriale padovano è fortemente provato dai colpi della crisi. A soffrire sono soprattutto le piccole imprese con meno di 9 addetti e questi indicatori confermano come le tensioni nel mercato della domanda interna ed estera non siano ancora assolutamente stabilizzate. È in corso un lento miglioramento del quadro economico, che tuttavia è ancora esposto a rischi di ripiegamento. È probabile che l’industria padovana si stia gradualmente allontanando dal punto di minima della seconda fase della recessione avviatasi circa due anni fa, ma gli indicatori attuali non consentono ancora di poter dire che il peggio è passato".

PREVISIONI PER IL 3° TRIMESTRE 2013. Le previsioni fornite dalle imprese intervistate nel mese di luglio circa le prospettive per il 3° trimestre 2013, indicano ancora una tendenza negativa che dovrebbe interessare fatturato, ordini interni e produzione. Sembra invece confermato il recupero per gli ordini dall’estero. Le prospettive non sono favorevoli per entrambe le classi dimensionali di azienda esaminate nell’indagine, con una previsione di maggiore riduzione di produzione e fatturato per le microimprese con meno di 9 addetti rispetto al trend negativo indicato per le piccole e le medie. Per quanto riguarda gli ordinativi (indicatore significativo per verificare le possibilità di ripresa della produzione e del fatturato nei prossimi tre mesi) continuano a rimanere negative le previsioni per il mercato interno: il  49,1% del totale delle imprese intervistate prevede ulteriori diminuzioni nel 3° trimestre. Per gli ordini dall’estero il 42,2% delle risposte prevede stazionarietà, contro il 29,2% che indica una diminuzione e un 28,6% che parla di aumento. Guardando alle risposte delle attività con più di 10 addetti (cioè le imprese che presentano la quota maggiore di fatturato realizzata all’estero), è in aumento la percentuale (30,5%) che prevede una crescita per gli ordini dall’estero. Nel primo trimestre 2013 questo valore era al 29,5% e su base annua era al 19,4%. Il trend delle imprese che prevedono invece una diminuzione degli ordini esteri è pari al 26%.

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