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Crack Lehman Brothers, il tribunale dà ragione a una coppia di padovani

Nel 2005, avevano investito più di 38 mila euro in titoli obbligazionali della nota banca statunitense. La sezione di Cittadella del tribunale di Padova ha stabilito venga restituito il denaro perché il promotore finanziario non aveva previsto la facoltà di recedere dal contratto entro 7 giorni

I soldi investiti nell’acme della recessione tornano agli investitori “traditi” dagli istituti di credito. A una coppia di coniugi della provincia di Padova verranno infatti restituiti 38.832 euro, impegnati nel dicembre 2005 in obbligazioni Lehman Brothers.

CONFCONSUMATORI. Lo ha stabilito - fa sapere la Confconsumatori, i cui legali hanno assistito marito e moglie nella causa - il tribunale di Padova della sezione distaccata di Cittadella. I due avevano sottoscritto circa 6 anni fa un contratto con un promotore finanziario, che ha versato il denaro alla nota banca americana poi finita in default nel settembre 2008.
 
AZZERATI I BOND. Uniformandosi al pronunciamento di altri tribunali italiani e della Corte d’appello di Bologna su casi analoghi, il tribunale patavino ha però ritenuto nullo l’acquisto dei bond in base alla norma dell’articolo 30, comma 7 e del decreto legislativo 58/98.

CLAUSOLA MANCANTE. L’ordine non prevedeva la facoltà di recedere entro il termine legislativo di 7 giorni. Tuttavia, l’autorità giudiziaria non ha tenuto conto che l’acquisto era stato effettuato in un periodo non sospetto quando la società americana di fatto non era ancora fallita.
 

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