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Economia

Meeting dell'Ordine dei commercialisti sulla presenza femminile nelle aziende: i risultati

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Si è svolta martedì 6 febbraio a Villa Borromeo di Sarmeola la presentazione della ricerca “Governance tra obblighi di legge e best practice ieri - oggi - domani”, organizzata dal Comitato Pari Opportunità dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Padova e dalla fondazione Marisa Bellisario.

L'evento.

Un parterre d'eccezione tra imprenditori, professionisti e politici ha animato le due tavole rotonde dell’evento. Dopo i saluti di Dante Carolo, presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Padova e di Giustina Destro, presidente delegazione Veneto della fondazione Marisa Bellisario, Annalisa Cavuto, componente della Commissione Pari Opportunità dei commercialisti ha presentato la ricerca curata con le colleghe Caterina Scagnolari, Elisabetta Bolzoni, Giulia Dal Pozzo, Maria Teresa De Lorenzo e Tiziana Pradolini.

Il focus.

Un’occasione per fare il punto sulla governance aziendale in fase di scadenza del vincolo normativo posto dalla legge Golfo-Mosca e sulla presenza di genere nei board delle società quotate e delle società partecipate pubbliche. La prima parte della ricerca ha riguardato i soggetti obbligati dalla legge Golfo-Mosca: società partecipate da uno o più enti della pubblica amministrazione e società quotate con sede legale nella regione Veneto, nella provincia di Padova, nei comuni con più di cinquemila abitanti.

I numeri.

Nel 2010 gli organi di governo erano composti da un 93% di maschi, sceso al 91% nel 2012 fino ad un 81% nel 2016 pari a 204 maschi a fronte di 49 donne. La percentuale di donne nella governance è passata dal 7% del 2010 al 19% del 2016 con una crescita della presenza femminile di 12 punti percentuali. Una situazione non dissimile negli organi di controllo, dove nel 2010 la presenza maschile era all'88%, scesa all’85% nel 2012 con solo un 15% di presenze rosa, per approdare ad una presenza femminile del 25% nel 2016, con una crescita di 10 punti percentuale negli ultimi cinque anni. Dando uno sguardo ai dati aggregati degli organi amministrativi e di controllo dal 2010 al 2016 la presenza di genere femminile è cresciuta dall’8% al 21%, un risultato che dimostra il miglioramento dopo l’introduzione della legge Golfo-Mosca che prevede le quote di genere (quote rosa) sia negli organi di governo che di controllo delle società partecipate pubbliche e delle società quotate in borsa.

La situazione nel Padovano.

Spostando il focus sulle sole società partecipate pubbliche del Nord Est, Padova vede una presenza femminile del 28,13%, Vicenza del 21,66%, Verona del 21,1%, Trento del 34,34% e Bolzano del 34,07% con una media di donne al comando delle partecipate del 25,4% in Veneto, 25,5% in Friuli Venezia Giulia e 24,5% in Trentino Alto Adige. Sul fronte delle imprese padovane, nella seconda parte della ricerca, è stata analizzata la governance delle prime trecento dalla classifica Top 500 del 2016. Nei consigli di amministrazione di queste imprese siede solamente un 9% di componente femminile, mentre negli organi di controllo un 16% di professioniste. I collegi sindacali hanno visto una crescita di presenza femminile di 6 punti percentuale dal 2012 al 2016, passando dal 10% al 16%, mentre gli organi di governo hanno visto un decremento di 2 punti percentuale, passando dall’11% del 2012 al 9% del 2016.

L'importanza di figure qualificate.

La tendenza generale è quella di rispettare le quote di genere negli organi di controllo, mentre di rado ciò accade nei consigli di amministrazione dove la presenza femminile appare legata quasi esclusivamente all’appartenenza alla famiglia. "Il consiglio dell'Ordine, in armonia con il Consiglio Nazionale dei Commercialisti, sostiene e promuove la diversità di genere negli organi di governo e di controllo delle società - ha osservato Carmen Pezzuto -. Il ruolo delle professioniste nei board aziendali è fondamentale per migliorare la qualità e l'efficacia del governo societario, allo stesso tempo è necessario che nei board siedano professionisti, siano donne o uomini, preparati e qualificati attraverso specifici percorsi formativi, poiché nel governo delle società non è possibile lasciare spazio all'improvvisazione".

La speranza in un miglioramento ulteriore.

“La ricerca presentata oggi dal nostro comitato - ha dichiarato Caterina Scagnolari - ha evidenziato come l'applicazione della norma sulle quote di genere abbia reso possibile, in tempi relativamente brevi, una presenza più significativa delle donne nei board delle partecipate pubbliche e delle società quotate. Non si è invece verificato un effetto di emulazione fra le imprese del territorio non obbligate. La speranza è che il prossimo quinquennio possa portare un miglioramento dei risultati acquisiti ed un maggior effetto indotto anche tra le imprese non obbligate”.

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