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La multinazionale americana Molex mette in vendita lo stabilimento padovano: 170 dipendenti a rischio

«Lo stabilimento di Padova, a causa delle caratteristiche del suo processo produttivo non è più in grado di intercettare le nuove esigenze di mercato. Per tali motivazioni è stata comunicata l’inizio della ricerca di un possibile acquirente», fanno sapere dalla proprietà in Michigan. I sindacati hanno già avuto un primo incontro con l'azienda e i lavoratori hanno indetto diverse assemblee

Non certo una buona notizia che la Molex Zetronic con sede a Padova dove impiega circa 170 dipendenti sarà ceduta. Inutile dire che i primi ad essere preoccupati sono proprio questi lavoratori. Molex come realtà aziendale è subentrata nel 1986 alla Zetronic, società creata dalle ceneri della Lazza Zedapa, un’azienda storica padovana produttrice di minuterie metalliche e che nel 1978 aveva chiuso dall’oggi al domani e che era stata salvata grazie alle liquidazioni dei 750 dipendenti. La produzione attuale dello stabilimento è legata a doppio filo all’andamento dell’automotive visto che si occupa della realizzazione di prodotti specifici e customizzati per altre aziende e gruppi automobilistici. La Molex, inoltre, dal 2013 è stata acquisita dalla Koch Industries che è un conglomerato industriale americano ed è la seconda più grande azienda privata negli Stati Uniti.

Per affrontare questo nodo della messa in vendita dello stabilimento patavino, martedì 13 febbraio si è tenuto un incontro fra le Rsu e le organizzazioni sindacali in Confindustria. Presente il direttore generale della Molex Zetronic Gilberto Rizzo e la vicepresidentessa e general manager della divisione “Transportation Solutions Business Unit - TSBU” Carrieanne Piccard, della multinazionale Molex Incorporated. Picard è arrivata direttamente dalla sede centrale in Michigan, in rappresentanza della proprietà. L’azienda nel corso dell’incontro ha informato le RSU e le Organizzazioni sindacali che lo stabilimento di Padova sta risentendo dal 2018 a questa parte del mutamento del settore automotive che ha portato ad una modifica della domanda della componentistica da parte della clientela a livello globale. Quindi la Molex Inc. ha intenzione di continuare a realizzare tali prodotti standardizzati e “low mix - high volume” in larga scala presso gli altri stabilimenti della Divisione TSBU, mentre lo stabilimento di Padova, a causa delle caratteristiche del suo processo produttivo non è più in grado di intercettare le nuove esigenze di mercato sopra descritte. Per tali motivazioni è stata comunicata l’inizio della ricerca di un possibile acquirente.

«Le decisioni della Molex in merito alla dismissione dello stabilimento padovano non possono non far riflettere sulla situazione generale che si sta registrando nell’intero settore automotive nel nostro Paese. La chiusura delle linee di produzione di Stellantis e di diverse aziende del comparto sono segnali evidenti delle conseguenze di anni di mancate politiche industriali nei settori strategici dell’economia del Paese che sono stati completamente lasciati nelle mani del libero mercato e del profitto a discapito di lavoratrici e lavoratori che come nel caso della Molex rischiano di essere coloro che pagheranno le conseguenze della mancanza di lungimiranza e attenzione dei vari governi che si sono succeduti in questi anni», commentano dalla Fiom. Dopo l’incontro l’azienda ha voluto informare direttamente lavoratrici e lavoratori della situazione seminando preoccupazione e disappunto, mentre ieri si sono tenute le assemblee con la Rsu, Fiom e Uilm. Durante le assemblee con i lavoratori e le lavoratrici che si sono tenute mercoledì 14 per l’intera giornata e anche parte della notte è stato stabilito di richiedere un incontro formale con l’azienda entro 15 giorni per ulteriori chiarimenti sulla situazione economica del sito e sulla gestione della contingenza. «I lavoratori e le lavoratrici hanno dimostrato di aver compreso appieno la criticità della situazione illustrata dall’azienda e hanno manifestato il proposito di non restare inermi e subire il corso degli eventi, ma di essere intenzionati a mettere in campo tutto ciò che sarà necessario per tutelare i loro posti di lavoro. Per il momento l’unica certezza è che nessun macchinario dovrà uscire dallo stabilimento fino a quando non saranno stabilite tutte le procedure e sarà trovato un reale compratore», hanno dichiarato congiuntamente, Francesca Battisti della Fiom Cgil di Padova e Gianni Boschello della Uilm di Padova.

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