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Nuova burocrazia uguale nuovi costi: 600 Srl padovane obbligate a nominare un collegio sindacale

Lo prevede il decreto legislativo di recepimento della legge delega 155/2017. Boschetto (Confartigianato): «Prevediamo un aggravio per le imprese artigiane padovane che ammonterebbe a circa 3 milioni di euro complessivi annui»

Oltre seicento Srl artigiane padovane dovranno nominare un collegio sindacale: lo prevede il decreto legislativo di recepimento della legge delega 155/2017, contenente l’intera riforma delle procedure fallimentari, approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 gennaio. Il provvedimento, in attesa solo della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, introduce le modifiche al codice civile che penalizzeranno le società a responsabilità limitata già da quest’anno. C'è, però, un problema. E a "denunciarlo" è Roberto Boschetto.

La denuncia

Spiega il presidente di Confartigianato Imprese Padova: «L’approvazione del decreto introduce, tra le tante novità positive, delle modifiche al codice civile che rischiano di far perdere di vista la vera portata della legge che è di rafforzare la cultura della gestione finanziaria delle imprese. Ma c’è il problema dell’aumento dei costi. Noi prevediamo un aggravio per le imprese artigiane padovane che ammonterebbe a circa 3 milioni di euro complessivi annui. A nulla sono valse le nostre puntuali e precise richieste di delimitare con certezza l’ambito applicativo e di escludere “i piccoli” dai nuovi obblighi che, per altro, penalizzano proprio quelle imprese che sono in straordinaria crescita +1900% in meno di 20 anni. Come non sono state ascoltate le nostre richieste di un periodo di transizione di 5 anni come avviene nel resto d’Europa in barba ai principi dello Small Business Act e contro tutti i participi di semplificazione tanto sbandierati da questo Governo».

La riforma

La riforma è molto complessa e tante le novità contenute ispirate da principi più che condivisibili: dalla volontà di far emergere, prima che sia troppo tardi, una situazione di crisi dell’impresa, evitando così che la stessa arrivi all’insolvenza cronica, a danno delle imprese fornitrici, alla rimarcata responsabilità che impone agli amministratori, sempre a tutela degli interessi dei terzi. Del resto, sono molteplici le esperienze vissute da tanti artigiani padovani che hanno subito sulla propria pelle i dissesti finanziari dei propri committenti, con conseguenze anche letali. «Tuttavia - spiega Boschetto - come ormai troppo spesso accade, i positivi intenti del Legislatore su cui si basano gli interventi normativi si traducono in nuovi adempimenti burocratici e costi per le imprese. La riforma introduce delle modifiche al codice civile che già a partire da quest’anno (dopo 30 gg dalla pubblicazione) obbligherà molte piccole imprese a dotarsi di un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato a rilevare tempestivamente la crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale. Il primo sospetto è che l’applicazione pratica di questo (ancora un po’ fumoso) diktat significhi, anche per le società di persone, sostenere nuovi costi di gestione. A nulla sono valse le nostre richieste di delimitare con certezza l’ambito applicativo ed escludendo “i piccoli” dal nuovo obbligo».

I nuovi limiti

Altro aspetto delicato e dagli esiti dirompenti riguarda i nuovi limiti che, superati i quali, imporranno alle srl di nominare un organo di controllo. Se per due anni consecutivi (per quest’anno i bilanci 2017 e 2018) si supererà anche solo uno dei nuovi paletti previsti dall’art. 2477 del codice civile, la società dovrà dotarsi del collegio sindacale o del revisore. In particolare, le soglie previste sono: 2 milioni di attivo patrimoniale, 2 milioni di euro di ricavi delle vendite e delle prestazioni, 10 dipendenti occupati in media durante l’esercizio. In caso di superamento, si deve procedere alla nomina entro 9 mesi dalla data di pubblicazione del decreto. Pertanto, per le Srl, i giochi sono fatti e l’ampiezza della platea interessata dipenderà soprattutto dall’esiguo numero di dipendenti previsto. «Pur condividendo l’intento di creare e incentivare una gestione più oculata delle imprese - afferma Boschetto - è innegabile che ciò provocherà un aumento di costi per le aziende anche di 4-5mila euro all’anno. Ci siamo opposti con forza all’abbassamento così drastico dei limiti dimensionali e tentato, con proposte di emendamento al decreto, di evitare che il calcolo del superamento si basasse su bilanci i cui esercizi sono ormai chiusi. Questo senza contare che i revisori, soggetti pienamente indipendenti dalla società, avranno nuovi e precisi obblighi di monitoraggio infrannuale dell’attività e di segnalazione, anche ad organismi esterni tenuti presso le Camere di Commercio, di eventuali situazioni degne di allerta. Andandone della loro diretta responsabilità, ci si può giustamente attendere un’attività attenta e scrupolosa».

600 Srl artigiane coinvolte

"Dulcis in fundo", il decreto impone che le Srl adeguino i propri statuti e atti costitutivi al contenuto dei nuovi articoli del codice civile riguardanti la nomina dell’organo di controllo. È d’obbligo, quindi, fare una preventiva verifica sul contenuto dei propri regolamenti societari e, se necessario, procedere alla loro modifica. Anche questo nel 2019, ossia entro 9 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto. Pur non essendo previste sanzioni in caso di mancato adeguamento, il restyling imposto potrà comportare ancora spese a carico delle società per i dovuti adempimenti pubblicitari, stimabili anche in 1.000-1.500 euro. «Trattandosi di una variazione imposta - conclude Boschetto -, sarebbe legittimo chiedere al Governo che la stessa sia resa a costo zero per le imprese. Secondo le stime dell’ufficio studi di Confartigianato del Veneto, le novità legate alla nomina dell’organo di controllo, solo considerando il limite del numero di dipendenti medio all’anno (10), potrebbero riguardare circa 600 Srl artigiane, con un costo annuale complessivo che potrebbe quindi aggirarsi intorno ai 3 milioni di euro».

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