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Economia

Controlli sull'olio extravergine: "Ora lotta ai falsi è più facile"

Coldiretti plaude alla norma inserita nel Decreto Sviluppo: “Una tutela anche per il nostro olio dei Colli Euganei”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Finalmente una buona notizia per l’olio extravergine d’oliva, uno dei prodotti agroalimentari di qualità maggiormente esposto alle contraffazioni, con grave danno per i produttori e i consumatori. Finalmente le disposizioni riguardanti i controlli sull’olio extravergine d’oliva sono state inserite nel testo del decreto sviluppo, approvato definitivamente dal Senato. Le nuove norme sono frutto di un emendamento introdotto alla Camera, e adesso confermato dal Senato, con il quale il relatore in Commissione ha inteso anticipare alcune disposizioni contenute nel disegno di legge d’iniziativa dei senatori Mongiello e Scarpa Bonazza Buora in materia di qualità e trasparenza della filiera degli oli di origine vergini, provvedimento già sottoscritto da numerosi parlamentari. Norme che consentono di riconoscere gli oli extravergini di origine estera spacciati come italiani o gli oli extravergini venduti come tali ma che hanno subito illecitamente processi di raffinazione e deodorazione. 

“Anche i deputati e i senatori padovani – spiega Marco Calaon, presidente di Coldiretti Padova – su preciso invito di Coldiretti Padova avevano firmato a sostegno della proposta di legge. E’ un risultato storico per gli olivicoltori e per un prodotto di qualità come il vero olio extravergine. Finalmente il Parlamento ed il Governo non hanno ceduto alle pressioni di lobby interessate e sono andati dritti sino alla meta. E’ un’ottima notizia per gli olivicoltori e i trasformatori onesti, una garanzia per i consumatori, ma soprattutto un bel segnale di trasparenza che il Paese si aspettava. Ora la lotta quotidiana alle frodi e ai falsi sarà più facile e i nostri prodotti autentici avranno una tutela in più”. 
 
A Padova la produzione di olio d’oliva è concentrata nell’area dei Colli Euganei. Gli ettari coltivati sono più di 400, le piante quasi 150 mila e la produzione media annua si attesta sui 2.300 quintali che permettono di ricavare 250 mila litri d’olio d’oliva. Le imprese agricole impegnate in questo settore sono almeno 600, tutte fortemente orientate alla qualità ed alla tutela dell’ambiente e del territorio. I Comuni a più alta vocazione olivicola sono Arquà Petrarca, con il 30% delle coltivazioni, Baone con il 20%, Cinto Euganeo con il 16% e Galzignano Terme per un altro 10%. In provincia sono attivi tre frantoi: lo storico Frantoio di Valnogaredo, “Colli del Poeta” di Arquà Petrarca e “Cornoleda” di Cinto Euganeo. L’olio prodotto, nonostante i numeri contenuti, è molto apprezzato e ricercato dai consumatori per il suo gusto fruttato e delicato. 
 
La produzione lorda vendibile si attesta sui 3,5 milioni di euro, senza contare l’indotto (vivaismo, frantoi, aziende di imbottigliamento, rivenditori, ecc.) che fa salire il fatturato e garantisce posti di lavoro. Quanto ai prezzi, la quotazione media al dettaglio dell’olio extravergine dei Colli Euganei è di 13-14 euro al litro, a fronte di un costo di produzione in campo che oscilla fra i 9 e 10 euro al litro, senza tener conto dei costi della manodopera. Di fronte a questi numeri viene da chiedersi come sia possibile trovare in vendita dell’olio “extravergine d’oliva” ad appena 3 euro al litro.
 
“Le nuove norme – aggiunge Calaon – prevedono innanzitutto che in fase di controllo, gli oli di oliva extravergini che sono etichettati con la dicitura “Italia” o “italiano”, o che comunque evocano una origine italiana, sono considerati conformi alla categoria dichiarata quando presentano “un contenuto in metil esteri degli acidi grassi ed etil esteri degli acidi grassi minore o uguale a 30 mg/Kg” e che il superamento di tale valore comporta l’avvio di un piano straordinario di sorveglianza in considerazione che tali parametri costituiscono un fondamentale indicatore della qualità degli oli di oliva extravergini.
 
Nel testo del decreto sviluppo convertito in legge – continua Calaon - si prevede che la verifica delle caratteristiche organolettiche degli oli di oliva vergine sia compiuta da un comitato di assaggio riconosciuto e che tale verifica debba essere obbligatoriamente disposta e considerata attendibile in sede processuale.
 
La normativa inoltre, considerato che, in base alla legislazione vigente, si considera “fallace indicazione” l’uso del marchio con modalità da indurre il consumatore a ritenere che i prodotti siano di origine italiana senza che siano accompagnati da indicazioni sulla provenienza estera degli stessi, introduce nell’uso dei marchi relativi ai prodotti alimentari, la definizione di origine legata al luogo di coltivazione e di allevamento della materia agricola utilizzata nella produzione e preparazione dei prodotti ed il luogo in cui è avvenuta la trasformazione sostanziale. In tal modo l’effettiva origine per i prodotti alimentari risulta essere diversa da quella del codice doganale comunitario”.
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