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Pil in calo e consumi famiglie in caduta libera in Italia, ma anche in Veneto

Zilio (Ascom Confcommercio Padova): “Il governo vada avanti senza timidezze sui tagli e la politica si decida ad occuparsi del disagio delle famiglie più che dello stucchevole rimpallo di responsabilità sulla riforma elettorale”. Dalla piccola impresa segnali positivi per l’occupazione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Pil in calo del 2,2% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013 e consumi delle famiglie in caduta libera con una previsione da far tremare i polsi: - 2,8% nel 2012 e ulteriore – 0,8% nel 2013. Sono questi i dati, alquanto preoccupanti, diffusi questa mattina da Confcommercio nell’ambito del Rapporto sulle “Economie Territoriali e il Terziario di Mercato dal quale risulta che stiamo toccando nuovi minimi assoluti di prodotto lordo dall'inizio della grande recessione, cioè dalla fine del 2007.

“E’ la dimostrazione – commenta Fernando Zilio, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – che il governo deve procedere nella politica dei tagli senza timidezze togliendo fin d’ora dalle ipotesi di intervento l’aumento dell’Iva che peserebbe in maniera drammatica sui livelli di reddito medio-bassi. Ne farebbero le spese famiglie, occupazione ed imprese già vessati da una pressione fiscale che per i contribuenti in regola ha raggiunto un livello record del 55% e con una pressione fiscale così alta non ci può essere crescita".

Dunque: rigore sì, ma non disgiunto da una spinta alla crescita che, per ciò che riguarda il nostro Paese, ha nel terziario il suo elemento comunque di maggior efficienza. Significativo, infatti, come il ruolo del terziario nell’economia, negli ultimi 20 anni, sia cresciuto in quota occupazione di 6,9 punti percentuali, attirando risorse da tutti gli altri settori e facendo registrare, per ciò che riguarda la sua incidenza sul complessivo dell’economia italiana, il 40,8% (dato 2011) a fronte di un 38,1% relativo al 1992.

“Significativo – aggiunge il presidente dell’Ascom padovana – è che persino dal fronte occupazionale (che per ciò che riguarda il terziario vale per il 43% del totale) e che si conferma, in questa fase, particolarmente negativo, arrivino segnali positivi per le imprese da 1 a 9 dipendenti che segnano un +0,6% che la dice lunga sul valore della piccola impresa a difesa dei posti di lavoro a fronte delle contrazioni avvenute nei segmenti più elevati”.

Il quadro però si mantiene negativo e la recessione ha toccato anche Padova ed il Veneto con una sequenza che se ha segnato tra il 1996 ed il 2007 un aumento del Pil regionale in misura dell’1,8%, nel 2008-2009 ha fatto registrare un calo del 3,9% parzialmente recuperato nel biennio successivo (+ 2%) ma con una previsione sul 2012-2013 che si attesta sul – 1,3%.

“La drammaticità della situazione così come viene presentata dall’indagine di Confcommercio – conclude Zilio – spero venga raccolta dalla politica che anche in questa calda estate continua a dare di sé un’immagine desolante. Il rimpallo di responsabilità su chi non permetterà al Paese di avere una nuova legge elettorale è stucchevole e dimostra, una volta di più, che il Paese legale non si cura del Paese reale. Il crollo dei consumi è infatti la cartina di tornasole di un disagio che è sì dei commercianti, ma lo è soprattutto delle famiglie e anche Padova, in questo senso, non risulta esente da chiusure di attività così come non risulta esente da una recessione che i prossimi mesi diranno quanto pesante potrà risultare sulla nostra realtà locale”.

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