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Economia

Affitti brevi, giro di vite della Regione Veneto? Tremano i colossi online

Si va verso una regolamentazione che consenta di individuare le abitazioni adibite a tale scopo. Ascom Padova e Federalberghi in coro: "Ottima notizia, e il Comune recuperi la tassa di soggiorno"

Da New York ad Amsterdam, passando per... il Veneto. Si preannunciano tempi duri per AirBnB: la nostra Regione si unisce alle iniziative delle due capitali nella 'guerra' al colosso delle case in affitto.

Multe in vista a New York

Tutto è partito dalla Grande Mela: il sindaco Bill De Blasio ha firmato - facendola diventare legge - una norma che obbliga AirBnB a consegnare i nomi e gli indirizzi di chi affitta casa in città. Ed è già prevista una lunga serie di multe: tale legge, infatti, prevede che non si possa affittare il proprio intero appartamento per soggiorni inferiori ai 30 giorni.

Limite massimo ad Amsterdam

E per il colosso online non va meglio in terra olandese. Anzi: Amsterdam ha deciso di mettere all’indice AirBnb, in quanto dal 2019 i soggiorni prenotati sul sito per ciascun appartamento non potranno superare i 30 giorni annui e saranno esclusi tutti i quartieri più abitati.

E in Veneto?

In Veneto, infine, si va verso una regolamentazione che consenta di individuare i locali adibiti ad affitti brevi. Ed esulta Patrizio Bertin, presidente di Ascom Confcommercio Padova: “Si tratta di ottime notizie che confermano le nostre preoccupazioni in ordine ad un turismo non regolato che trasforma un’opportunità (quella turistica) in una difficoltà (quella di non essere più in grado di governare i flussi). Senza contare il danno all’erario che da questi soggiorni deriva visto che AirBnB continua a rifiutarsi di pagare le tasse”.

Albergatori contenti

Decisamente favorevoli all’iniziativa regionale e alle “strette” imposte negli States e nei Paesi Bassi anche gli albergatori dell’Ascom, come conferma Monica Soranzo, presidente di Padova Hotels Federalberghi: “Le notizie che arrivano da Venezia, dall’America e dall’Olanda sono musica per le nostre orecchie. Certo: rallegrarci per ciò che stanno facendo gli altri può essere banale, ma vogliamo sperare che i nostri reiterati appelli nei confronti delle autorità (da quelle locali a quelle nazionali) trovino adesso maggiore ascolto e l’iniziativa della Regione mi sembra vada esattamente in questo senso”.

“Limitare l'invasività”

Ciò che gli operatori padovani lamentano è che Airbnb e network simili, grazie alla rete, si trincerino dietro ad un anonimato su più livelli che fa sì che tra un albergo regolare ed un affitto in casa privata ci sia di mezzo una concorrenza sleale fatta di tasse non pagate e di registrazioni mai effettuate (con rischi consistenti per la sicurezza ed il terrorismo). Conclude Bertin: “Al Comune abbiamo chiesto di intervenire se non altro per recuperare la tassa di soggiorno, mentre al Governo chiederemo di muoversi sulla stessa linea di quanto applicato a New York ed Amsterdam. Alla Regione, invece, offriamo tutta la nostra collaborazione perché si possa giungere quanto prima ad un provvedimento che, monitorando il fenomeno, ne limiti l’invasività”.

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