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Riforma del lavoro, Ascom: “Crea difficoltà in ingresso”

L'associazione di categoria di Padova critica: “Problemi consistenti soprattutto per il terziario avanzato”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

L’entrata in vigore è fissata per il prossimo 18 luglio. Quindi poco più di una settimana per le aziende per verificare se il rapporto di lavoro che vorrebbero instaurare con una partita Iva o un associato in partecipazione con apporto di lavoro non contrasti con le nuove norme che prevedono, in caso di non rispetto della legge, la “trasformazione” del rapporto di lavoro in “lavoro subordinato a tempo indeterminato”.

“Come per tutte le norme che tendono a limitare i casi di abuso – spiegano all’ufficio relazioni sindacali dell’Ascom Confcommercio di Padova – anche in questo caso il rischio è che veri rapporti di collaborazione finiscano per essere considerati rapporti di lavoro subordinato”.
Risultato? Una nuova rigidità in ingresso con ancora maggiori difficoltà, soprattutto per i giovani, di poter acquisire adeguata esperienza all’interno del mondo produttivo. Le avvisaglie, in tal senso, ci sono tutte.

“Purtroppo – aggiungono gli esperti di politiche del lavoro dell’Ascom Confcommercio di Padova – già diverse aziende si sono rivolte a noi per cercare di capire come attivare collaborazioni che, alla luce della nuova legge, appaiono quantomeno compromesse”. Per fortuna la norma prevede che, per i rapporti in essere, ci sia esattamente un anno di tempo per chiarire la situazione, ma ciò non toglie che le prospettive si riducano drasticamente. “Per le partite Iva, se si escludono competenze molto elevate, reddito superiore a 18.663 euro per il 2012 ed iscrizione ad un albo – continuano gli esperti dell’Ascom – tutto il resto è ora molto vincolato, anche perché non sono poi molte le professioni coperte dagli ordini professionali”.

Discorso un po’ diverso, ma sempre in chiave “restrittiva” anche per gli associati in partecipazione che non potranno essere più di tre, fatto salvo il rapporto parentale. “Soprattutto nelle attività del terziario avanzato – commenta in chiusura il presidente dell’Ascom Confcommercio, Fernando Zilio – la rigidità è nemica dello sviluppo. Esistono attività che per loro natura necessitano della massima flessibilità. Creare difficoltà in ingresso o, peggio, impedire che riescano a contrattualizzare il loro rapporto con i collaboratori, significa spingerle ai margini. In ogni caso non credo che la norma, così come è stata approvata, riesca a limitare l’azione dei lestofanti. Per contro ridurrà ancora di più l’apporto occupazionale di quelle imprese che, pur attraverso forme contrattuali parziali, offrono opportunità di nuovo lavoro, soprattutto per i giovani”. Per fortuna, resta pur sempre l’istituto dell’apprendistato, rinnovato nelle sue dinamiche e che comunque va attivato in stretto coordinamento con gli enti bilaterali territoriali.

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