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Economia

Rottamazione delle cartelle di Equitalia: "Un condono che favorirà solo gli evasori"

Fabio Di Stasio, direttore di Artigianfidi Padova e presidente dell'Upi: "Questa sanatoria toccherà marginalmente chi non ha di che pagare e favorirà chi ha evaso il fisco"

"Se lo Stato non ci rimetterà, poco ci manca". Ma non è questo che porta Fabio Di Stasio, direttore di Artigianfidi Padova e presidente dell'Upi, l'Unione Provinciale Imprese, a mettersi in rotta di collisione con la sanatoria delle cartelle che, di fatto, è già in vigore e che ha pure un termine perentorio di adesione, quello del prossimo 22 gennaio.

"GLI EVASORI, I VERI FAVORITI". "Mi sembra di essere la 'voce che grida nel deserto' - ci tiene a precisare il presidente dell'Upi - ma continuo a non capire come si possa 'vendere' la tanto declamata rottamazione di Equitalia come un aiuto nei confronti dei contribuenti in difficoltà. Questa è una sanatoria che marginalmente toccherà chi non ha di che pagare e invece favorirà, spudoratamente e in faccia a chi ha sempre assolto all'obbligo di pagare le tasse, chi, in tutti questi anni, ha evaso il fisco".

"UN VERO E PROPRIO CONDONO". "Se si voleva agevolare chi si trova in difficoltà - dichiara Di Stasio - bisognava consentirgli di pagare nei tempi già previsti dalla rateazione (72 o anche 120 mesi) e non costringerlo a saldare il debito in tre rate bimestrali che vanno comunque versate entro il 15 dicembre 2017. Chiedo: se uno non ha i soldi (ed evidentemente non li ha se aveva chiesto di pagare in tempi lunghi pur se gravato da interessi, aggi e quant'altro) come fa a pagare in tre rate ciò che prima poteva pagare in sei anni? Gli unici che pagheranno saranno quelli che scientemente hanno evaso il fisco ed ora vengono premiati per il semplice motivo che lo Stato deve fare cassa e l'unico modo, tanto amato in Italia, per rimpinguare le casse anemiche dello Stato è quello del condono. E questo è un condono".

"LO STATO POTREBBE RIMETTERCI". Ma perché lo Stato potrebbe addirittura rimetterci? "Perché in molti casi - mette in dubbio il direttore di Artigianfidi Padova - il ricalcolo delle cartelle porterà ad un azzeramento del dovuto e per come è formulato il testo del decreto non è chiarissimo che il contribuente non possa addirittura avanzare pretese sul capitale versato in eccesso".

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