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Economia

Sciopero dei bancari, a Padova adesioni al 90%: molte filiali chiuse

Venerdì, dalla città del Santo 3 pullman hanno portato i lavoratori alla manifestazione di Ravenna. Parissenti, segretario Fisac Cgil: "Riduzioni di salario, mentre i top manager guadagnano 3,7 milioni di euro l'anno"

Moltissime le filiali chiuse sia in città che in provincia di Padova. L'adesione dei dipendenti degli istituti bancari alla giornata di sciopero in programma per venerdì ha sfiorato il 90%. Dalla città del Santo sono partiti tre pullman che hanno portato i lavoratori alla manifestazione di Ravenna, dove hanno sfilato in migliaia, come a Milano, Roma e Palermo.

I DATI LOCALI. Secondo i dati di Fisac Cgil, solo in Veneto sarebbero state già chiuse 300 filiali. Nella provincia di Padova ci sono 600 filiali in cui lavorano 5mila dipendenti, meno di 3 per ciascuna filiale, con "condizioni di impiego sempre meno gestibili, a discapito dei clienti che invece devono avere un servizio efficiente, di cui potersi fidare".

MANAGER STRAPAGATI, BANCARI BISTRATTATI. “La risposta dei bancari – ha dichiarato Marco Parissenti, segretario Fisac Cgil – è stata straordinaria, a testimoniare l'enorme disagio che vivono sulla loro pelle, a causa delle continue dichiarazioni di esuberi, della riduzione dei salari, delle condizioni di lavoro che peggiorano di anno in anno. Nel frattempo le banche italiane affidano consulenze per oltre 1 miliardo di euro e gli stipendi dei top manager si aggirano intorno ai 3,7 milioni l'anno, l'equivalente dello stipendio di 150 dipendenti. La nostra battaglia non è solo rivolta al rinnovo del contratto; chiediamo un altro modello di banca, non piegata alle esigenze della speculazione finanziaria, ma al servizio dell'economia reale, delle famiglie e delle piccole e medie imprese, che vanno sostenute per superare la crisi economica e far tornare a crescere il nostro Paese. Lo sciopero non chiede risposte solo per chi già lavora, ma chiede anche nuove assunzioni e un trattamento dignitoso per le nuove generazioni, che invece rischiano di perdere 400 euro al mese rispetto a trattamenti attuali se passano le proposte dell'Abi. Se non avremo risposte - ha concluso Parissenti - continueremo la nostra mobilitazione, nella consapevolezza di interpretare le preoccupazioni e le speranze di decine di migliaia di lavoratori".

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