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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

48 ore di stop: confermato lo sciopero dei benzinai, ecco quando e i motivi della protesta

Allo sciopero - in programma dalle ore 6 di mercoledì 6 novembre alle ore 6 di venerdì 8 novembre - aderiranno anche i benzinai della Figisc Ascom Confcommercio della provincia di Padova

Benzinai in sciopero dalle ore 6 di mercoledì 6 novembre alle ore 6 di venerdì 8 novembre: è tutto confermato. Tanti disagi in vista, perché su strade e autostrade non vi sarà erogazione di carburante. Si tratta di una protesta rivolta in primis contro il governo a causa di una serie di provvedimenti - spiegano i sindacati di categoria - come la fatturazione elettronica ed i registratori di cassa.

Lo sciopero

Anche i benzinai della Figisc Ascom Confcommercio della provincia di Padova aderiranno allo sciopero del 6 e 7 novembre. Ma, come emerso nel corso dell’assemblea svoltasi nella sede dell’Ascom in piazza Bardella, con tanti distinguo. Commentano in coro il presidente Antonio Belluco ed il segretario della Figisc Ascom Confcommercio di Padova, Massimo Paggetta: «Lo sciopero è una forma di protesta ormai superata dal momento che pochi sono quelli che potranno farlo visto che solo nella provincia di Padova coloro che hanno titolo per poter scioperare rappresentano non più del 40% del totale degli impianti presenti nel territorio». Il motivo? Il classico contratto di comodato che ha fatto la storia dei distributori di carburante per decenni è stato quasi soppiantato dalle gestioni dirette, associazioni in partecipazione e appalto di servizi. Pertanto non è più nella facoltà di questi ultimi aderire o meno per cui, se anche tutti coloro che hanno diritto a manifestare il proprio dissenso aderissero alla protesta, l’effetto sarebbe molto limitato. Ma c’è di più: l’illegalità non intacca in alcun modo il gestore tradizionale, visto che il suo contratto di fornitura in esclusiva lo vincola ad acquistare il prodotto presso le compagnie petrolifere che devono garantire che sia esente da vizi e provenga da un mercato regolare. Semmai può interessare i piccoli proprietari di impianti stradali di carburante che, secondo la normativa vigente, possono acquistare fino al 50% del prodotto nel mercato cosiddetto extra rete. «Questo non significa - continuano Belluco e Paggetta - che noi non si sia d’accordo sul resto delle motivazioni. Siamo convintissimi che la fatturazione elettronica, il futuro Das elettronico e l’introduzione dell’ISA siano ulteriori incombenze estremamente onerose per una categoria che è già sottoposta ad una serie di controlli che altre non hanno».

Moneta elettronica

C’è poi tutto il capitolo attinente l’oneroso costo dell’incasso tramite la moneta elettronica per cui finisce che il risicato aggio sulla vendita del carburante (meno del 3%) finisca per ingrassare solo la banca. Da qui la provocazione lanciata dai gestori intervenuti alla riunione dell'Ascom: «Perché non prendiamo come esempio il doppio canale del prezzo nelle aree di servizio degli Stati Uniti dove accanto al prezzo in modalità contante esiste il prezzo per il pagamento con la moneta elettronica (in questo caso carte di credito) con oscillazioni che superano i 10 centesimi al gallone? Perchè mai deve essere sempre il gestore a doversi accollare per intero gli oneri bancari, non potendo minimamente difendersi perché vincolato ai prezzi consigliati e massimi previsti dalle compagnie petrolifere?». Dunque si sciopera. «Confermiamo l’adesione - conclude Belluco - perché manifestare è legittimo e anzi doveroso e per questo auspichiamo una decisa partecipazione, però non possiamo nascondere che lo sciopero è una forma di protesta che, per quanto riguarda questa categoria, è sicuramente da rivedere in quanto anacronistica».

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