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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Lo "Smart working" approda a Padova: la nuova frontiera del lavoro è fuori ufficio

Quasi quattro PMI su dieci stanno andando in modo strutturato o informale verso questo nuovo approccio all'organizzazione del lavoro: orari più flessibili, luoghi di lavoro esterni alla sede aziendale per conciliare tempi di vita e di lavoro. A Padova già alcune aziende coinvolte

Meno ufficio, più tablet. Più orari flessibili e luoghi di lavoro esterni alla sede aziendale (o condivisi) per conciliare tempi di vita e di lavoro e migliorare la produttività. Lo Smart Working prende piede anche a Padova a velocità moderata ma crescente. Più nelle grandi imprese che nelle piccole, come segnala una ricerca del Politecnico di Milano. 

NELLE AZIENDE. Nel 2015 solo il 6% delle PMI del Nord-Est Italia (Veneto, Friuli, Trentino, Emilia Romagna), ha già avviato dei progetti organici di Smart Working (5% il dato nazionale per le PMI, 17% nelle grandi imprese), introducendo in modo strutturato nuovi strumenti digitali, policy organizzative, comportamenti manageriali e nuovi layout fisici degli spazi. A queste si aggiunge il 24% di PMI che sono in fase “esplorativa”, si apprestano cioè ad avviare progetti in futuro, e un altro 9% che ha introdotto informalmente logiche di flessibilità e autonomia ma rivolte solo a particolari profili, ruoli o esigenze delle persone. Quasi quattro PMI su dieci, quindi, stanno andando in modo strutturato o informale verso questo nuovo approccio all’organizzazione del lavoro. Oltre il 60%, però, non ne conosce ancora cultura e modelli organizzativi o non si dichiara interessata. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, presentata nei giorni scorsi nella sede di Confindustria Padova al convegno “Sm@rtworking. Il lavoro agile nel settore manifatturiero” , alla presenza dell’assessore all’istruzione, formazione e lavoro della Regione Veneto Elena Donazzan, del direttore dell’Osservatorio Smart Working Fiorella Crespi, del professor Maurizio Del Conte autore del Ddl sul lavoro agile, presidente dell’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) e consigliere giuridico della Presidenza del Consiglio, e di casi aziendali di successo nel lavoro smart come Safilo, Vodafone Italia, Tetra Pak.

AZIENDE "SMART". A Padova tra le aziende attive in questo progetto ci sono Safilo e Vodafone Italia. Il progetto Smart Working di Safilo, leader nell’eyewear di alta gamma per il sole, la vista e lo sport con headquarters a Padova, è partito ad aprile 2016, con una prima fase sperimentale che coinvolge, su base volontaria, personale di quattro dipartimenti. A regime, il progetto coinvolgerà tutti i collaboratori la cui mansione consenta di lavorare in remoto. Chi aderisce dedica il 20% del proprio orario settimanale a lavorare in questa modalità, ed è dotato dall’azienda degli strumenti tecnologici necessari. Qual è l’aspettativa più importante di Safilo? Mantenere ed attrarre talenti e collaboratori; ciò richiede di gestire in modo diverso rispetto al passato il bilanciamento tra tempi di lavoro e di vita personale, puntando non tanto su una meccanica gestione e controllo dell’orario di lavoro, quanto sulla piena responsabilizzazione e imprenditorialità individuale, tese a garantire risultati. L'iniziativa di Smart Working promossa da Vodafone in Italia dall’aprile 2014 permette ai dipendenti di scegliere in modo flessibile il luogo, anche esterno all’azienda, dove svolgere il proprio lavoro. Ad oggi sono circa 3.500 le persone coinvolte che possono fare Smart Working fino a 1 giorno a settimana, lunedì e venerdì compresi. Vodafone è intervenuta anche sugli spazi, con la realizzazione del Vodafone Village a Milano e della nuova sede di Padova che al loro interno prevedono open space con “isole” tematiche per riunioni informali, concentration room, aree di condivisione, Theatre, cafeteria e coffee area. Per sostenere questa nuova cultura del lavoro, sono state coinvolte le persone e i loro capi in un percorso di formazione e gestione del cambiamento.

BENEFICI. Ad elencare i benefici di questo tipo di lavoro Maurizio Del Conte, giuslavorista dell’Università Bocconi e presidente dell’Anpal: "I benefici del lavoro agile sono noti: maggiore soddisfazione dei dipendenti, che possono gestire meglio i tempi di lavoro e l’organizzazione della vita familiare, riduzione dell’assenteismo, aumento della produttività, riduzione dei costi. Con il lavoro agile si va oltre il modello di telelavoro, consentendo alle imprese di organizzare e valutare la prestazione del lavoratore secondo modelli innovativi, nel rispetto delle tutele fondamentali del lavoratore. Il Ddl presentato dal Governo è costituito da un articolato snello, con lo scopo di agevolare la diffusione di questa modalità di lavoro, risolvendo i problemi emersi, legati soprattutto ai trattamenti normativi e retributivi e alla copertura assicurativa contro gli infortuni. Il Governo segue da vicino il Ddl e l’andamento veloce dei lavori parlamentari induce a prevedere tempi rapidi per l’approvazione definitiva".

CAMBIO CULTURALE. Per Ruggero Targhetta, presidente di Confindustria Padova Sit "lo Smart Working rappresenta un cambio culturale, è un nuovo approccio che, grazie alle nuove tecnologie, risponde alle necessità di efficienza e produttività delle aziende promuovendo al contempo la gestione ottimale dei tempi lavoro-famiglia". L'assessore regionale Elena Donazzan chiama in causa  la politica: "In un mondo in continua e costante trasformazione intercettare le nuove esigenze del tessuto economico e produttivo è compito dei decisori pubblici, demandati a realizzare e promuovere politiche mirate ad ammodernare l'intero sistema. In questo senso, quando parliamo di Smart Working, dobbiamo pensare a valorizzare nuove forme di lavoro che non possono essere imbrigliate in recinti rigidi e superati. Credo che la buona politica abbia il compito di dare una spinta propulsiva al lavoro agile, in una regione, come il Veneto, che vanta eccellenze del settore manifatturiero. Grazie anche alla buona formazione volta a formare e qualificare i professionisti del domani, e con il dialogo costante fra tutti gli attori a disposizione per mettere a fattor comune competenze ed esperienze, sono convinta che questa sarà un'impresa possibile".
 

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