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Economia Abano Terme

Terme, "le bugie della sharing economy": Federalberghi sul sommerso turistico

Ad aprile 2017, con riferimento alla settimana di Pasqua, nei soli comuni termali di Abano, Battaglia, Galzignano, Montegrotto, Teolo, risultavano disponibili su Airbnb 66 alloggi, di cui: 50 (75,75%) riferiti ad interi appartamenti; 56 (84,84%) disponibili per più di sei mesi; 34 (51,51%) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio

Sabato 13 maggio, in occasione della 67a Assemblea di Federalberghi, è stato diffuso un comunicato sulla shadow economy, che ha costituito il tema centrale del meeting. Ai preoccupanti dati pubblicati a livello nazionale, si aggiungono quelli che il Centro Studi di Federalberghi ha prodotto scanditi per zone di maggiori flussi turistici. Ad aprile 2017, con riferimento alla settimana di Pasqua, nei soli comuni termali di Abano, Battaglia, Galzignano, Montegrotto, Teolo, risultavano disponibili su Airbnb 66 alloggi, di cui: 50 (75,75%) riferiti ad interi appartamenti; 56 (84,84%) disponibili per più di sei mesi; 34 (51,51%) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio (fonte: elaborazioni Federalberghi / Incipit srl su dati Inside Airbnb). 

"LE BUGIE DELLA SHARING ECONOMY". "Questo costringe ancora una volta a richiamare l’attenzione sulle 4 grandi bugie della cosiddetta sharing economy - spiega il presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, Emanuele Boaretto - non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti disabitati. Non è vero che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno. Non è vero che si tratta di forme integrative del reddito: sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi. Infine, non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali".
 
"VA CREATO UN REGOLAMENTO NAZIONALE". "Oltre all’inganno al consumatore, a preoccupare maggiormente è il fatto che vengano eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato, danneggiando tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza - prosegue Boaretto - ben venga, dunque, la proposta partita da Roma della quale si è letto sui giornali in questi giorni, di iniziare richiedendo la tassa di soggiorno agli affittuari Airbnb, giacché a tutti gli effetti i turisti di questo tipo di portali usufruiscono in maniera paritaria ai turisti alberghieri dei servizi dedicati e per i quali dovrebbe essere speso dalle amministrazioni comunali tale contributo. Va creato un regolamento nazionale e vanno modificati i regolamenti locali sulla tassa di soggiorno in modo da renderli equi in ogni distretto turistico e per ogni fattispecie ricettiva (alberghiero ed extra alberghiero) soprattutto per la parte che riguarda l'utilizzo delle risorse. Il tema della shadow economy deve necessariamente essere affrontato con le amministrazioni comunali locali e, in tal senso, ci siamo già attivati confrontandoci con loro sul punto".

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