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Economia

Tassa di soggiorno, Ascom: "Il Comune si accordi con Airbnb per evitare favoritismi"

Il presidente Bertin e Monica Soranzo di Federalberghi sollecitano una presa di pozione da parte dell'amministrazione e denunciano la supremazia dei colossi del web sulle realtà locali

Dopo Firenze, Genova, Bologna, Rimini, Palermo, Milano e Napoli anche Padova attuare un accordo con Airbnb per evitare episodi di evasione e incassare correttamente la tassa di soggiorno. Questo l'auspicio del presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova Patrizio Bertin, che interviene in merito.

L'appello al Comune

"Il comune dovrebbe - sostiene Bertin - attivare un accordo con Airbnb come hanno fatto le altre città, per incamerare la tassa che altrimenti rischia di non finire nelle casse del municipio e alle politiche per il turismo”. Che Airbnb sia sempre stato indigesto all’Ascom e agli albergatori non è un mistero, così come non è un mistero che Bertin più volte abbia segnalato le disparità di trattamento tra i colossi del web e le imprese turistiche e/o commerciali del territorio.

Favoritismi pericolosi

“A noi non è piaciuto - prosegue - che Airbnb abbia, di fatto, rigettato l’introduzione nell’ordinamento italiano di un 'regime fiscale delle locazioni brevi', che prevede che i gestori di portali telematici che esercitano attività di intermediazione immobiliare fungano da sostituti d’imposta, trattenendo il 21% dei redditi percepiti dai proprietari degli alloggi come cedolare secca”. Il 12 settembre 2017 quando la disposizione entrò in vigore, Airbnb accampò delle “difficoltà applicative” già aspramente criticate da Bertin, che in quell'occasione fece notare che “Gestiscono il mondo e non riescono a gestire un programma per pagare le tasse!". Il comportamento di Airbnb mise in risalto la disparità di trattamento dell’Agenza delle Entrate nei confronti dei soggetti deboli (le singole imprese) rispetto ai soggetti forti (i colossi del web).

La necessità di un accordo chiaro

Per la tassa di soggiorno invece è necessario raggiungere accordi con le singole amministrazioni comunali, che sono gli organi preposti al godimento della tassa. “Ecco perché - aggiunge la presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom, Monica Soranzo - chiediamo che il comune di Padova si attivi per giungere a un accordo che riesca a far emergere un problema che è estremamente attuale e rilevante”.

Il rischio di evasione e traffici illeciti

Dati alla mano, la questione è scottante: secondo i dati del 2016 ci si attesta attorno a 1 milione e 800mila euro di introiti sulla base di circa 1 milione e 150mila presenze alberghiere (delle quali 600mila straniere) e 336mila extra-alberghiere (delle quali 91mila straniere). Il tutto a fronte di 51 esercizi alberghieri (da quattro a una stella) e ben 336 strutture extra-alberghiere (B&B, case vacanze, appartamenti, ecc.) dichiarate. “Ma noi riteniamo - conclude Soranzo - che al di là di questi numeri ci sia un sommerso che andrebbe fatto emergere non solo per recuperare sulla tassazione - che andrebbe a incrementare un capitolo di entrate che riteniamo debbano essere investite per dare spessore al turismo padovano - ma anche per evitare che in strutture sconosciute alle autorità ma ben conosciute di chi naviga sul web, si possano nascondere personaggi poco raccomandabili”.

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