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Martedì, 19 Marzo 2024
Economia

Imprese, taglio Irap ma c'è il Tfr da pagare a dipendenti: "Sostenibile?"

Secondo Confapi, le aziende padovane dovranno pagare subito, e non accantonare come d'abitudine, fra i 2.175 e i 2.330 euro a persona, destinati ogni anno alla liquidazione del Trattamento di fine rapporto

"Non vorremmo che venisse levato con una mano quello che si dà con l’altra". Così Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova, riassume le perplessità dell’associazione delle Piccole e medie imprese del territorio sulla Legge di Stabilità, recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri. "Sosteniamo ogni misura in grado di abbassare il costo del lavoro e aumentare la liquidità, in modo da rilanciare i consumi - dichiara Valerio - attenzione, però, alla sostenibilità di quanto viene proposto, perché il rischio è che le misure indicate dal governo si riflettano da un lato in un aumento delle tasse a livello locale, dall’altro in maggiori imposizioni fiscali sulle imprese: proprio l’effetto contrario a quello che si vorrebbe ottenere".

IRAP. Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha calcolato che, con il taglio di 6,5 miliardi di Irap previsto dal premier Matteo Renzi, le imprese della provincia potranno risparmiare fino a 230 milioni di euro all’anno. Una cifra a cui si arriva considerando che il risparmio per ogni azienda sta in una forbice tra i 550 e gli 850 euro a dipendente, con una media di 700 euro, e calcolando che a Padova la forza lavoro consta di 329 mila dipendenti. "Ridurre la pressione fiscale esorbitante che grave sulle aziende è un primo passo per il rilancio dell’economia. È evidente, però, che questo vantaggio non deve tradursi in un aumento delle tasse regionali, come ha paventato lo stesso ministro Padoan - sottolinea Valerio - giocare alle tre carte, come spesso è stato fatto in passato da altri governi, sarebbe quanto di più grave si possa ipotizzare e cancellerebbe gli effetti benefici di questa misura".

TFR. I dipendenti privati da gennaio 2015 potranno fare richiesta e ottenere il Tfr in busta paga mensilmente, anziché alla fine del periodo lavorativo. Considerando come, in base alle statistiche Istat del 2014, il costo del lavoro che pesa sulle aziende del Nordest a dipendente è in media di 32.645 euro, le aziende dovranno pagare subito, e non accantonare come d’abitudine, fra i 2.175 e i 2.330 euro a persona, destinati ogni anno alla liquidazione del Tfr. "Il Tfr è una forma di salario differito: in sostanza sono soldi dei lavoratori che le imprese dovranno considerare, e il governo si è mosso con le banche che dovranno funzionare da tesoreria - conttinua Valerio - la realtà dei fatti è però molto più complessa. Di fatto, come testimoniano anche i nostri studi, in questi anni gli istituti di credito hanno continuamente diminuito l’ammontare dei prestiti erogati alle imprese, ormai ridotte allo stremo dalla scarsa liquidità. Oggi è più che mai necessaria una decisa inversione di tendenza: al Governo chiediamo di vigilare sul comportamento delle banche perché tornino a finanziare le necessità delle nostre imprese e di passare dalle parole ai fatti".

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