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Economia

Truffe, il ritorno dei "magliari" Ascom mette in guardia i padovani

Il presidente dell'associazione di categoria, Patrizio Bertin, ha raccolto le testimonianze di alcuni commercianti e cittadini caduti nelle maglie di questi "signori della truffa". Ecco come agiscono

A Padova sono tornati in azione i "magliari", maestri di una truffa che si credeva debellata da decenni in città. A lanciare l'allarme è il presidente dell'Ascom Confcommercio Patrizio Bertin, che ha raccolto le testimonianze di alcuni commercianti e cittadini caduti nel raggiro che ricorda il film del ’59 di Francesco Rosi con Renato Salvatori ed Alberto Sordi.

LA TRUFFA. “Sembra quasi impossibile – ammette Bertin – ma in giro ci sono personaggi, ben curati, che parlano bene e dai modi eleganti che avvicinano le persone e col trucco della vecchia conoscenza riescono a soffiargli dei soldi o a farsi comprare qualcosa. Talvolta sono 100 euro che prendono il volo, qualche altra viene proposto l’acquisto di prodotti a basso prezzo ma di scadentissima qualità”. L tipologie delle truffe sono molteplici: si va dai classici soldi “presi a prestito” (ma poi mai più ritornati) per fare rifornimento ai cosiddetti “pacchi”, ovvero oggetti che sono perfetti per ciò che riguarda il campione ma che o non esistono proprio o sono di infima qualità.

L'ESEMPIO. “Ad un commerciante – racconta Bertin – si è presentato nei giorni scorsi un sedicente “vecchio compagno di scuola”. Sosteneva di avere lasciato da moltissimi anni Padova per Milano dove aveva avviato un’attività che purtroppo, a causa della crisi, non era andata bene. Aveva comunque dei capi di abbigliamento da smerciare e, “ad un prezzo stracciato”, li cedeva volentieri al “vecchio compagno”. Per fortuna il commerciante non ha abboccato, ma non è detto che qualcun altro non sia caduto nella trappola”.

LA RACCOMANDAZIONE. “Ciò che raccomandiamo – conclude Bertin – è di prestare la massima attenzione e di diffidare comunque di qualsiasi situazione che non sia più che “normale”. Millantate amicizie, rapporti parentali, nomi di battesimo magari appena sentiti al bar dell’angolo sono diventati grimaldelli all’ordine del giorno per fare soldi in maniera certamente originale ma indubbiamente disonesta”.

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