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Vendemmia 2017, meteo permettendo le previsioni dicono ok: bene il Padovano

L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà con un aumento della resa complessiva del +4-5% per la provincia di Padova

“La strada maestra che i viticoltori veneti devono perseguire è quella della sostenibilità e dell’innovazione. Solo così sarà possibile rimanere in cima alla classifica mondiale del vino, che vede il Veneto quarto esportatore assoluto, con 2 mld/€ nel 2016”. È questa l’indicazione dell’Assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan giunta stamattina dallo storico incontro di Veneto Agricoltura, a Legnaro, sulle Previsioni della prossima vendemmia. 

I DATI. Un concreto contributo proprio alla sostenibilità ambientale vitivinicola è stato poi offerto da Alberto Negro, padrone di casa, Direttore dell’Agenzia regionale, il quale ha illustrato il lavoro che i tecnici di Veneto Agricoltura stanno da alcuni anni svolgendo, presso il proprio Centro di Conegliano, per lo sviluppo di alcune varietà di vitigno resistenti alle malattie fungine. Ma il cuore dell’incontro, per il quale sono giunti nella sede di Veneto Agricoltura oltre un centinaio tra operatori, tecnici, presidenti di Consorzio, professori universitari e produttori, erano i dati previsionali della vendemmia 2017. Non solo quelli del NordEst, com’é tradizione (questo era la 43^ edizione del Focus), ma anche quelli delle principali regioni vitivinicole italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia), e di Francia e Spagna: per l’occasione sono stati attivati collegamenti in diretta via Skype con esperti locali. Va segnalato che l’evento, per la prima volta, era visibile anche da remoto via Facebook, fatto molto apprezzato. In sintesi, il quadro europeo vede un generalizzato calo produttivo tra il -10/15% (le ipotesi sono per un computo finale di 42-43 mio/hl per Italia, 40 per Spagna, 38 per Francia). Per l’Italia il calo più marcato sembra provenire dalla Sicilia, con punte di -50%, e dalla Toscana. Principali cause, l’andamento siccitoso consociato alle alte temperature estive e alle gelate tardive di aprile. Anche il Triveneto ha subìto le medesime condizioni negative. Il bicchiere mezzo pieno, è proprio il caso di dirlo, è dato però dall’ottima sanità e quindi qualità delle uve, dovuta alla difficoltà di sviluppo degli agenti fungini, che giungono con climi piovosi.

PREVISIONI VENDEMMIA 2017. Quindi i viticoltori veneti (e non solo) sono tutti concordi: se da qui in avanti il meteo non farà le bizze, la vendemmia 2017 potrebbe riservare grandi soddisfazioni. Tradotto: il vigneto sta entrando nella fase cruciale e a pochi giorni dall’avvio della vendemmia (a cavallo di Ferragosto saranno vendemmiate le uve Pinot e Chardonnay per base spumante) i “vigneron” incrociano le dita per avere giornate di sole, notti fresche e qualche leggera pioggia ristoratrice. Come accennato, i patimenti in vigna quest’anno non sono certo mancati: basti pensare alle gelate di aprile, che hanno causato importanti cali di produzione a macchia di leopardo in gran parte del Veneto, e all’ondata di calore di fine luglio-inizio agosto che ha posto le piante in un pesante stato di stress termico pur in presenza di disponibilità idriche sufficienti. Ciononostante, le attese sono molto positive e questo grazie alla buona sanità delle uve segnalata al momento in tutto il Veneto. Anzi, per quanto riguarda le principali malattie, ad oggi lo stato sanitario risulta essere ottimo, anche nei vitigni maggiormente sensibili alla botrite. Episodi di Mal dell’esca si sono manifestati, invece, nei vigneti di Glera, Corvina e Cabernet, mentre meno preoccupanti sono i danni dovuti al virus del Pinot Grigio. Oggi a Legnaro-Pd, in occasione della 43^ edizione del focus sulle previsioni vendemmiali in Veneto, nelle principali Regioni vitivinicole italiane, in Francia e Spagna, evento promosso da Veneto Agricoltura, Regione, Avepa, Arpav, Crea-Vit Conegliano e in collaborazione con la Regione Friuli-Venezia Giulia e le Province di Trento e Bolzano, sono stati presentati – in diretta Facebook – le prime stime produttive dell’imminente vendemmia. Per quanto riguarda la qualità, al momento l’accumulo zuccherino sta procedendo su livelli normali o superiori al consueto, il calo acido ovviamente risente delle alte temperature e vi sono casi nei quali il Pinot Grigio ha consumato in gran parte il suo contenuto malico. Nei vini rossi vi può essere il pericolo di un disaccoppiamento tra accumulo zuccherino e maturazione fenolica; mentre nei bianchi per ora gli aromi più favoriti dalle condizioni meteo sono quelli legati alla trasformazione della clorofilla e xantofille nei sentori di frutta matura sotto la guida delle alte temperature. Riguardo le rese produttive, allo stato attuale la produttività complessiva del Veneto è su valori medi, non certamente di abbondanza, e questo per due motivi: i citati danni da gelo e la minor fertilità delle gemme, che mediamente ha interessato tutti i vitigni, fatto dovuto anche all’alta produzione del 2016.
 

PADOVA E ROVIGO. In condizioni di ordinarietà e grazie al buono stato fitosanitario è possibile stimare una produzione in linea con quella del 2016 sia per le uve a bacca nera che per quelle a bacca bianca. L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà con un aumento della resa complessiva del +4-5% per la provincia di Padova e del +2% circa per quella di Rovigo.

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