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Economia

Voucher, dopo l'abolizione:"Sul lavoro occasionale bisogna fare in fretta"

L'Associazione provinciale pubblici esercizi (Appe), interviene sulle ultime notizie legate alla complicata vicenda dei buoni lavori

"L’abbiamo detto e ripetuto: cancellare i voucher è stato un grave errore e un grande danno per le nostre imprese. A questo si aggiunge che, a distanza di due mesi dall’abolizione dei voucher, nulla di concreto è stato fatto per permettere a tutte le imprese di avere uno strumento legale per regolamentare le prestazioni di lavoro occasionale". È questo il commento di Erminio Alajmo, presidente dell’Associazione provinciale pubblici esercizi (Appe), alle ultime notizie legate alla complicata vicenda dei voucher.

RISPOSTE. L’ipotesi che prevede uno strumento normativo soltanto per le imprese fino a 5 dipendenti e per soli 5 mila euro all’anno, secondo l’Associazione degli esercenti padovani è non solo limitante, ma anche non risolutiva. "Il settore dei pubblici esercizi – prosegue Alajmo – si aspetta e necessita il prima possibile di una risposta efficace da parte delle Istituzioni per colmare il vuoto creato dall’abolizione dei voucher, uno strumento che rispondeva pienamente all’esigenza per le imprese di remunerare prestazioni occasionali, la cui eliminazione sta comportando gravi difficoltà per le nostre attività".

ALTERNATIVA. "Ancora oggi manca per le nostre imprese una valida alternativa ai voucher che consenta di operare con semplicità e soprattutto nella legalità – dichiara il presidente Appe - Le attività saltuarie non sono certo scomparse in parallelo all’abolizione dei voucher, restano presenti e caratterizzano un settore come il nostro che ha anche una componente di stagionalità. Per questo serve una risposta concreta ed in tempi rapidi, che ponga finalmente fine ad una situazione paradossale".

VOUCHER. L’Appe ricorda che i voucher rappresentavano solo lo 0,23% del totale del costo del lavoro in Italia, e i numeri dell’Inps confermano che la quasi totalità dei prestatori percepiva meno di mille euro all’anno, e circa il 70% di queste persone erano lavoratori non esclusivi, per i quali i voucher non rappresentavano la fonte principale di reddito ma solo una fonte di ulteriore guadagno.

STRUMENTO. "Chiediamo di porre fine al più presto a questo vuoto normativo - conclude Alajmo - Riteniamo pertanto positivo un nuovo strumento, pur rafforzato nei controlli e verificato tramite una piena tracciabilità con piattaforma ad hoc. Uno strumento che deve essere reso accessibile a tutte le imprese di tutte le dimensioni, per consentire loro di remunerare in modo legittimo quelle attività saltuarie che non possono essere coperte con rapporti di lavoro ordinario".

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