rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Zf, Usb: "No ai licenziamenti"

L'Unione Sindacale di Base interviene sulla vertenza: "No alla messa in discussione del contratto di 2° livello"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Dopo l'ultimo incontro tra ZF e i rappresentanti dei lavoratori e dopo le parole dell'a.d. Benz, alla fine l'azienda ha fatto chiarezza: 96 licenziamenti (100 con i 4 lavoratori interinali) tra gli stabilimenti di Arco e Padova e la messa in discussione della parte economica del contratto di secondo livello!

Una decisione inaccettabile, ma non inaspettata. Come avevo evidenziato nella “lettera aperta ai lavoratori e alla RSU” di qualche settimana fa, l'assenza di un chiaro piano industriale per il futuro di ZF Padova, la presenza di uno scarso volume di ordini e di perduranti problemi organizzativi, dovevano far presagire un ridimensionamento\ristrutturazione del nostro sito produttivo. Non possiamo nemmeno stupirci dei modi e della pesantezza dell'intervento, aggrappandoci ad un passato più o meno remoto di relazioni sindacali. In una fase generale di ristrutturazione dell'organizzazione del lavoro, di precarizzazione delle condizioni di impiego e riduzione delle retribuzioni, dopo la politica di Marchionne e l'attacco al sindacato, ZF non poteva certo restare un'isola felice.

L'azienda sta usando il pareggio di bilancio (break even) per giustificare i licenziamenti, oggi per mettere in ordine i conti fa saltare 96 posti, ma con un mercato che non cresce, nel 2014 quanti altri lavoratori sarà disposta a licenziare per mantenere il bilancio in pari? Sapendo che le cose sarebbero andate in questo modo ci si poteva muovere prima e diversamente, ad ogni modo ora discutere del passato non ha senso. Dobbiamo mettere in campo tutta la nostra intelligenza e volontà di lottare per portare l'azienda a rivedere le sue decisioni!

Propongo quindi di articolare una risposta in grado di far sentire all'azienda il peso dei lavoratori, ma anche di aprire questa vertenza al territorio cercando consenso, solidarietà e forza ulteriore:

• innanzitutto un pacchetto di scioperi o altre forme di lotte che siano in grado di pesare sulla produzione e limitare il “prezzo” pagato da noi lavoratori sia qui che ad Arco. Uno sciopero estemporaneo, di testimonianza, sarebbe solo utile all'azienda;

• banchetti dove dare visibilità e raccogliere una petizione a sostegno della nostra lotta in alcuni punti strategici come: il centro Commerciale le Brentelle, il centro di Padova, fuori dalle Chiese la domenica, ecc

• collegamento con le altre situazioni, oltre che ad Arco, che sono o lo saranno a breve nelle nostre condizioni per discutere quali possono essere le rivendicazioni utili per tutti

Per ottenere il ritiro dei licenziamenti e il mantenimento del trattamento economico derivante dal contratto di secondo livello, dobbiamo fare estendere a tutti i lavoratori – operai, impiegati e tecnici – del contratto di solidarietà (in base alla legge n° 863/1984) attualmente applicato a 113 lavoratori indiretti. In questo modo l'azienda avrebbe il tempo necessario ad elaborare un Piano Industriale e una riorganizzazione interna in grado di mantenere gli attuali livelli occupazionali. Con un accordo del genere, si potrebbe chiedere una riduzione dell'orario settimanale per tutti del 10% (da 40 a 36 ore); in questo modo la copertura economica delle ore non lavorate spetterebbe per l'80% all'INPS. Per garantire la piena retribuzione e una totale copertura contributiva, l'azienda dovrebbe farsi carico del restante 20%. Considerato che il costo medio aziendale di 4 ore di lavoro ammonta a 80 euro, con l'applicazione di questo accordo l'azienda potrebbe risparmiare 64 euro (l'80%) per ognuno dei 341 dipendenti, quindi complessivamente 21.824 euro ogni settimana, per un risparmio annuo superiore a un milione di euro. Inoltre, in un'ottica di solidarietà e partendo dal presupposto che l'attuale situazione non è stata determinata dagli operai e dagli impiegati, i dirigenti potrebbero contribuire allo “sforzo” collettivo rinunciando al 10% della loro retribuzione.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Zf, Usb: "No ai licenziamenti"

PadovaOggi è in caricamento