“Incontri di cinema e letteratura”, Gianni Amelio al Bo
- Nonna, se io scrivo un libro su di te, sei contenta?
- Che mi importa, non so leggere.
Così si sente rispondere Jean Cormery, il protagonista de “Il primo uomo” tratto dal romanzo incompiuto di Albert Camus, nel film di Gianni Amelio. Ad almanaccarci sopra è una sorta di cortocircuito tra parola scritta, immagine, letteratura, cinema, romanzo incompiuto e sceneggiatura. Già, perché guardare un film di Amelio non significa solo “vedere” ma leggere e contro-leggere in filigrana anche i romanzi da cui sono tratti i suoi lavori. Amelio infatti non è solo regista, ma anche lo sceneggiatore dei suoi film. Questo significa che la cinematografia di Amelio, oltre che sulle immagini, è costruita sulla parola. Che poi il regista si sia cimentato negli ultimi anni in due lavori letterari non fa che aggiungere curiosità per le sue pagine scritte, ma non (ancora) proiettate.
“Incontri di Cinema e Letteratura” è il titolo della rassegna organizzata dal Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova e che si apre giovedì 12 aprile alle ore 15.30 in Aula E di Palazzo Bo in via VIII febbraio 2 a Padova proprio con Gianni Amelio.
Il regista e scrittore discuterà assieme a Denis Brotto, Attilio Motta e Giorgio Tinazzi in merito ai rapporti tra cinema e scrittura letteraria a partire dai suoi più recenti lavori, quali il film “La tenerezza” e la pubblicazione di due romanzi come “Politeama” (2016) e “Padre quotidiano” (2018). Il programma di questo quarto anno degli incontri di Cinema e Letteratura segue dunque il filone di analisi avviato durante il convegno “Interferenze” dello scorso novembre, organizzato da Denis Brotto e Attilio Motta, andando ad indagare gli autori italiani che hanno sviluppato la loro opera sia sul fronte cinematografico che su quello letterario.ì
Gianni Amelio si laurea in filosofia all’Università di Messina. Trasferitosi a Roma è aiuto regista, tra gli altri, di Vittorio De Seta e Liliana Cavani. Fino al 1983 lavora in RAI realizzando documentari, thriller fino a “I velieri”, tratto dal racconto di Anna Banti. Nel 1982 esce il film “Colpire al cuore”, nel 1987 “I ragazzi di via Panisperna”, nel 1989 “Porte aperte” interpretato da Gian Maria Volonté e tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia. “Il ladro di bambini” vince nel 1992 il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes, successivamente “Lamerica” ottiene Osella d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia, e sempre a Venezia è leone d’oro con “Così ridevano”. Da allora seguiranno “Le chiavi di casa”, “La stella che non c’è”, “Il primo uomo”, “L’intrepido” e, del 2017, “ La tenerezza”. Come scrittore è autore di Lamerica (Einaudi, 1997), Così ridevano (Lindau, 1999), Il vizio del cinema. Vedere, amare, fare un film (Einaudi, 2004), Le chiavi di Casa (marsilio, 2004), La stella che non c’è (Marsilio 2006), Un film che si chiama desiderio (Einaudi, 2010), L’ora di regia (Rubbettino, 2016), scritto con Francesco Munzi, e dei romanzi Politeama (Mondadori 2016) e Padre quotidiano (Mondadori, 2018).