Il satanismo e le sette segrete nel film "In nomine satan" in prima visione a Padova
In prima visione una interessante opera prima cinematografica.
Il film è di quelli che fanno discutere perché il tema è scottante quanto mai riguardando le sette segrete ed il satanismo ed una caso giudiziario che fece molto scalpore in Italia e nel mondo, quello de "Le Bestie di Satana". L'appuntamento è per sabato 20 dicembre alle ore 17,30 al Centro Culturale Altinate / S. Gaetano (in via Altinate, 71) con la proiezione del film "In Nomine Satan" del regista romano Emanuele Cerman, alla sua prima regia.
Ingresso con biglietto a posto unico 6 euro acquistabili anche in prevendita a Padova presso: Coin TicketStore in via Altinate, Gabbia Dischi in via Dante, Edicola Ruggero in via Armistizio, 289 (alla Mandria) e Cartoleria C'era una volta in via Asolo, 9 (zona Paltana).
Raccontare un caso come quello delle Bestie di Satana, al cinema, è sicuramente un azzardo. Azzardo dovuto, principalmente, al carattere recente del caso, all'enorme attenzione mediatica che questo ha suscitato, all'inusitata violenza dei fatti. Al di là del (morboso) appeal giornalistico che una vicenda del genere possiede e dell'infinità di ricostruzioni che ha generato, produrre un'opera di fiction ispirata ad essa significa avventurarsi su un terreno minato. Più ancora se, come nel caso dell'esordio di Emanuele Cerman, l'approccio scelto è quello di una ricostruzione che suscita dubbi, dissemina interrogativi, propone percorsi di lettura alternativi al caso. Quest'ultimo, lo ricordiamo, consiste negli eventi (accertati) di tre omicidi e un suicidio indotto, verificatisi nella provincia di Varese tra la fine degli anni '90 e l'inizio del decennio successivo; di essi, è stata considerata responsabile un'organizzazione satanista, dedita all'abuso di droghe, guidata da due giovani, Nicola Sapone e Paolo Leoni. La violenza dei crimini, e la giovane età delle persone coinvolte, provocò un'enorme eco mediatica, al punto che l'inglese BBC definì gli omicidi "tra i più scioccanti della storia d'Italia del dopoguerra".
Ma il film è un'opera di fiction, non si presenta assolutamente come il resoconto documentaristico del processo e anzi, ha il merito, di andare oltre il caso per raccontarci in fondo un'altra storia dove non mancano le sorprese ed i colpi di scena.